La circostanza emerge dalle carte dell’inchiesta che ieri ha portato all’arresto di cinque persone per usura. Sei le persone indagate per truffa e abuso d’ufficio
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Emerge anche l’ipotesi di una truffa nel settore delle energie alternative dalle carte dell’inchiesta che ieri ha portato all’arresto di cinque persone per usura, anche aggravata dalle modalità mafiose, estorsione e abusivismo finanziario nel Crotonese. L’attività investigativa della Guardia di finanza, coordinata dalla Dda di Catanzaro, coinvolge, infatti, complessivamente 12 persone, sei della quali indagate a vario titolo per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e abuso d’ufficio. Si tratta dell’ex dirigente del Comune di Crotone Giuseppe Germinara, 50 anni; Giorgio Leo, 57 anni, di Crotone Rosario Mattace, 41 anni, di Crotone; Maurizio Staglianò, 47 anni, di Cropani; Nazario Veralidi, 65 anni, di Botricello e Gregorio Viscomi, 53 anni, di Botricello.
La falsa documentazione
Secondo gli investigatori, gli indagati avrebbero permesso di far ottenere alla Leaf srl, di cui era legale rappresentata Veraldi sebbene amministrata di fatto da Viscomi, un ingiusto profitto consistito nell’erogazione di incentivi da parte della Gestore dei Servizi Energetici spettanti ai produttori di energia alternativa. La società, infatti, ha ottenuto l’autorizzazione a realizzare due impianti eolici in località San Biagio, nel territorio comunale di Crotone, con provvedimenti autorizzativi, che secondo l'accusa sarebbero stati emanati illegittimamente dall’ente comunale. In particolare, si legge nell’ordinanza del gip, l’azienda avrebbe presentato la documentazione attestando falsamente la data di fine lavori degli impianti.
L'incongruenza sanata
Le istanze sono datate 29 novembre 2017, mentre la conclusione delle opere sarebbe del 28 dicembre 2017, «senza attendere il prescritto decorso di 30 giorni dalla data di deposito della presentazione del progetto». Se in un primo tempo, Germinara rileva «l’incongruenza della data di comunicazione di fine lavori», successivamente l’ex dirigente comunale, secondo gli inquirenti, avrebbe concordato con gli altri indagati una soluzione che avrebbe portato al rilascio delle autorizzazioni del Comune. L’azienda, quindi, presenterà una nuova comunicazione attestando che al 29 novembre 2017 «erano state avviate le attività minime e propedeutiche all’installazione delle pale eoliche, senza apportare modifiche che comportavano il cambiamento della destinazione urbanistica esistente, e che le pale erano state installate in data 29 e 30 dicembre 2017».
L'ingiusto profitto
Sulla base di tale documentazione, dalla quale si evinceva che «gli impianti eolici erano stati regolarmente assentiti dal Comune di Crotone e realizzati entro il 31 dicembre 2017 (mentre in realtà erano abusivi perché realizzati prima del decorso del termine di legge e asseverati attraverso dichiarazioni mendaci recepite dal Comune)», gli indagati avrebbero dunque indotto in errore i responsabili del Gestore dei servizi energetici. Questi, infatti, «accoglievano la domanda di incentivo così permettendo il conseguimento di un profitto ingiusto pari alla acquisizione del diritto alla erogazione della porzione incentivante della tariffa di 190€/MWh relativa a impianti di produzione di energia alternativa con potenza di 60kW, e all’effettivo incameramento della suddetta quota incentivata, con pari danno» per la società pubblica di promozione e sviluppo delle fonti rinnovabili.