Gli indagati sono stati arrestati e posti ai domiciliari. Il lavoro investigativo ha ricostruito tre diversi episodi di prestiti di denaro che avrebbero riguardato anche una seconda vittima
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Stretto nella morsa di tassi di interessi annui che arrivavano al 210% della somma ricevuta in prestito, un imprenditore ha trovato il coraggio di rivolgersi ai carabinieri della Compagnia di Crotone, raccontando di essere vittima degli usurai. La denuncia è stata soltanto il primo passo. Le intercettazioni telefoniche e ambientali hanno consentito di raccogliere le altre informazioni utili al lavoro investigativo.
Sulla base di gravi indizi di colpevolezza, il nucleo operativo e radiomobile ha dato esecuzione a un’ordinanza della Procura della Repubblica di Crotone e posto agli arresti domiciliari due persone accusate di usura aggravata. Uno degli indagati risulta legato, da vincolo familiare, alla cosca di ‘ndrangheta denominata “Grande Aracri” di Cutro. Tuttavia, la Procura pitagorica non ha riconosciuto, con riferimento agli episodi di usura contestati agli arrestati, l’aggravante dell’adozione del metodo mafioso.
Oltre all’imprenditore che si è rivolto alle forze dell’ordine, anche un secondo soggetto sarebbe finito nella rete dei presunti strozzini. In tre casi, gli indagati avrebbero prestato somme di denaro pretendendo tassi di interessi annui del 160%, 180% e appunto 210%.