Crotone, il paziente muore: i familiari picchiano violentemente il medico

Due uomini e due donne si sono scagliati contro l’anestetista. Soccorso dai colleghi, è stato per un trauma cranico e addominale

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di Redazione
3 agosto 2018
12:17

Un medico anestesista dell'ospedale civile San Giovanni di Dio di Crotone, è stato aggredito e malmenato mentre era in servizio nel reparto Rianimazione del nosocomio dai familiari di un paziente, un uomo di 33 anni di Rosarno - ai quali aveva appena comunicato che il loro congiunto era deceduto. Sono stati in particolare due uomini e due donne - tutti originari della provincia di Reggio Calabria - a scagliarsi contro il medico sottoponendolo ad un violento pestaggio, utilizzando qualunque oggetto contundente avessero a portata di mano ed aggredendo anche alcuni infermieri che erano corsi in aiuto della vittima. Soltanto l'intervento degli agenti della Squadra Volanti della Questura, allertati dai sanitari del nosocomio - ha messo fine al pestaggio. Le due donne sono state denunciate a piede libero per lesioni in concorso, danneggiamento ed interruzione di pubblico servizio. L'anestesista, dopo essere stato soccorso dai colleghi, è stato ricoverato nel reparto chirurgia dell'ospedale per un trauma cranico e addominale.

 


Sulla vicenda è intervenuto l'Ordine dei Medici della provincia di Crotone per condannare «il grave ed ingiustificabile gesto di aggressione multipla a carico degli operatori sanitari, medici e non» che si è verificato nel reparto di Anestesia e Rianimazione, «seppur consapevole del particolare stato d'animo e del dolore che investono i famigliari nel momento della decesso di un congiunto.  Questo ennesimo episodio di violenza nei confronti di chi si è adoperato al massimo per prestare la migliore assistenza al giovane paziente che versava in particolari e già comunicate condizioni di acclarata criticità, pre-esistenti all'atto del ricovero - scrive in una nota l'Ordine dei medici - si ascrive, purtroppo, nell'ampio fenomeno di aggressioni nel settore sanitario che in Italia, ad oggi, conta circa 3.000 episodi all'anno (stante i soli casi denunciati), contro i quali è necessario che le forze politiche e sociali, nonché le istituzioni tutte, si facciano direttamente carico del problema, nella difesa dei medici e di tutti gli operatori sanitari, impegnati al servizio della collettività per la tutela della salute dei cittadini, bene garantito dall'Art. 32 della Costituzione. Questo Ordine professionale - conclude la nota - valuterà, insieme agli interessati, le modalità e le azioni da intraprendere nel segno della più stretta e fattiva solidarietà».

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