La vasca di accumulo dell’acqua piovana è stata svuotata per ripulirla dal fango: l’Ente critica le modalità con cui si sono svolte le operazioni che non avrebbero salvaguardato la fauna presente, ma per il Consorzio Jobel tutto si è svolto in regola
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La vasca di accumulo dell’acqua piovana di Parco Pitagora a Crotone andava ripulita dal fango accumulatosi a seguito del maltempo del novembre scorso. Le modalità con cui si sono svolte le operazioni di pulizia però stanno facendo discutere, provocando la dura presa di posizione dell’Ente Nazionale Protezione Animali di Crotone: né il Comune, che è proprietario del parco, né il Consorzio Jobel che ne è gestore avrebbero tenuto nella giusta considerazione la presenza di pesci rossi e tartarughe - che spesso proprio qui vengono liberati da privati cittadini - causando la morte di diversi esemplari.
La versione del Consorzio Jobel
Il Consorzio Jobel smentisce la presunta mattanza e spiega che tutte le attività – alle quali ha partecipato anche personale di Congesi - si sarebbero svolte regolarmente «procedendo con piccole autopompe, avendo grande cura e attenzione anche per l’incolumità di tartarughe e pesci rossi. La fauna proliferata all’interno della vasca è stata preservata in un secchio e trasferita in una piscina adibita appositamente per garantirne la sicurezza» si legge in una nota diramata qualche giorno fa. Lo svuotamento della vasca si è reso necessario perché «la stagnazione dei fanghi produce cattivi odori che investono l’adiacente nosocomio e generano la proliferazione di insetti». Delle procedure, tra l’altro, sarebbe stato informato, sebbene in maniera informale, anche il WWF e – ci spiega Santo Vazzano, presidente del Consorzio Jobel - sul posto sarebbe stato presente anche un medico veterinario: «Abbiamo recuperato circa tremila pesciolini, tutti vivi e oggi nuotano nuovamente in acqua». Per il gestore del parco, si tratta solo di «polemiche sterili e infondate».
Il sopralluogo dell’Enpa
Secondo quanto documentato dall’Enpa di Crotone, che ha eseguito più sopralluoghi, molti pesci invece sarebbero stati lasciati morire sul fondo della vasca mentre veniva svuotata, e le tartarughe abbandonate nel fango. Non solo: i pesci prelevati – sostiene l’associazione presieduta da Giuseppe Trocino - sarebbero stati trasferiti in una piccola cisterna di plastica, esposta al sole h 24 e senza sistema di ossigenazione, causando la morte di altri esemplari. L’Enpa, inoltre, si chiede come mai le operazioni siano state svolte senza coinvolgere ufficialmente il servizio pubblico veterinario e le associazioni che si occupano della tutela degli animali. «A nostro avviso, le immagini e i video che documentano la sofferenza e l'agonia dei pesci lasciati morire senza acqua e delle tartarughe lasciate affondare nella melma sono chiare e non meritano commenti ma solo l'intervento dell'Autorità giudiziaria» ha scritto l’associazione in un post su Facebook.
Intervenuti i carabinieri
Sul posto, hanno eseguito un sopralluogo anche i carabinieri, allertati dallo stesso gestore, ci dice Vazzano, sorpreso e preoccupato per il clamore suscitato dalla vicenda.
Proprio ai militari dell’Arma, l’Enpa ha scritto per conoscere le ragioni per le quali gli animali sopravvissuti non siano stati sottoposti a sequestro preventivo per poi essere trasferiti in un centro autorizzato. Una segnalazione per presunti maltrattamenti sugli animali è stata inviata anche all’Asp, al Comune e per conoscenza alla Procura di Crotone.