In una scuola abbandonata, un gruppo ben organizzato garantiva la vendita di sostanze stupefacenti a ogni ora del giorno e della notte e c’era chi avvisava dell’arrivo delle forze dell’ordine
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L’ex istituto scolastico utilizzato come magazzino, nel marsupio il kit dello spacciatore modello, vedette per intercettare l’arrivo delle forze dell’ordine, una schiera di parenti pronti a impedire perquisizioni domiciliari e un sistema di videosorveglianza rivelatosi un boomerang. È quanto emerge dalle carte dell’operazione Autogol, che questa mattina ha portato all’arresto di 11 persone a Crotone, nel quartiere Acquabona, dove era stato allestito un vero e proprio market della droga.
Gli arrestati
La base dello spaccio sarebbe stata individuata nell’abitazione di uno degli arrestati finito in carcere, Massimino Berlingeri, 45 anni, dove “lavoravano” anche gli altri indagati, quasi tutti imparentati tra loro e residenti nel quartiere. In carcere sono finiti anche la moglie Romina Manetta, 41 anni, e il figlio 21enne Leonardo Pio Berlingeri, oltre ad Antonio Berlingieri, 64 anni; Damiano Bevilacqua, 36 anni; Francesca Manetta, 46 anni; Armando Passalacqua, 32 anni; Cosimo Passalacqua, 46 anni; Domenico Passalacqua, 22 anni. Per Francesco Schipani, 49 anni, e Giuliana Veneziano, 20 anni, sono stati disposti i domiciliari.
La droga nella scuola abbandonata
Le indagini sono partite nel febbraio 2020, quando i carabinieri si imbattono in un uomo, trovato in possesso di una dose di cocaina. Gliela aveva ceduto, racconterà, un tale Roberto, che i militari identificano in Massimino Berlingeri. Scatta la perquisizione domiciliare a carico dell’uomo, durante la quale, i carabinieri notano l’esistenza di un impianto di videosorveglianza le cui telecamere puntano sia sulla veranda dell’abitazione di Berlingeri, sia sull’ingresso dell’adiacente istituto scolastico abbandonato. Dietro a quella porta in ferro, si accede ai servizi igienici dell’ex liceo Gravina ed è qui che viene rinvenuto un consistente quantitativo di droga, tra cocaina e marijuana.
Grazie alle immagini registrate da quell’impianto, i carabinieri riescono a documentare l’intensa attività di spaccio svolta nelle due settimane precedenti: «La maggior parte degli episodi (186 quelli contestati, ndr) è stata documentata all’esterno dell’abitazione, sotto una veranda posta tra il plesso scolastico e la stessa abitazione. In altri casi la cessione avveniva anche in casa» spiega il capitano Francesco Esposito, comandante della Compagnia dei carabinieri di Crotone. Le telecamere riprendono anche le attività di pesatura e confezionamento, che in alcuni casi avvengono sotto lo sguardo di una bambina in tenera età lì presente.
In quella ex scuola, i militari ci torneranno spesso. Nel giugno 2020 procedono a un sequestro contro ignoti non solo di quantitativi di droga, ma anche di una pistola con matricola abrasa, cartucce e persino un ordigno rudimentale di circa 250 grammi, reso innocuo dagli artificieri.
Il kit dello spacciatore modello
Durante la perquisizione a carico di Berlingeri, viene rinvenuto anche un marsupio contenente quello che gli inquirenti descrivono come il kit dello spacciatore modello: dosi di cocaina e marijuana, bilancini di precisione, fogli di cellophane (comunemente utilizzati per la suddivisione in dosi della droga) e una pagina di quaderno con annotazioni di date e cifre.
Quel borsello diventa la prova dello spaccio: «Ogni qualvolta nelle videoriprese si vede uno degli indagati che, alla presenza del presunto acquirente, entra nei locali del liceo Gravina per prelevare il marsupio per poi recarsi – seguito dal visitatore - nei locali all’interno dell’abitazione del Berlingeri (che sono fuori dalla portata delle telecamere), si è di fronte a una chiara cessione di stupefacente». Anche perché la prolungata presenza in quella casa della gran parte dei soggetti che non vi risiedono «non può che essere dovuta a ragioni “lavorative”».
Insomma, un gruppo ben organizzato che operava dall’alba a notte inoltrata incessantemente, passandosi “il testimone”: a casa di Berlingeri, avventori provenienti da tutta la provincia di Crotone, si presentavano a qualsiasi ora.
Ne consegue, si legge nelle carte, che «il materiale illecito rinvenuto nell’ex Gravina, era nella disponibilità non solo di Berlingeri ma anche di tutti gli altri soggetti che hanno compiuto l’attività di spaccio con lui e che, come emerso dai filmati, hanno avuto accesso ai locali dell’ex istituto scolastico per prelevare la sostanza e/o che hanno avuto la disponibilità del borsello (…) passandoselo di volta in volta a seconda delle necessità».
Le vedette e la protezione
Nel gruppo, ognuno svolgeva un incarico: «Soggetti apparentemente estranei alla materiale attività di cessione ricoprono ruoli chiave funzionali allo spaccio». Costante era infatti l’attività di monitoraggio del quartiere, grazie a delle vere e proprie «vedette che con gesti convenzionali mettono in allarme il gruppo di spacciatori non appena avvistano volanti della Polizia o Carabinieri», consentendo di occultare e droga e materiale compromettente.
Non solo: durante i controlli delle forze dell’ordine nel quartiere, non sono rare le forme di “protezione” messe in campo da familiari dei soggetti destinatari di eventuali perquisizioni, come avvenuto nell’aprile scorso durante un’attività degli stessi carabinieri, quando per diverse persone – tra cui alcuni degli odierni arrestati – che cercarono di intralciare il lavoro dei militari, scattò una denuncia per resistenza, minacce e lesioni a pubblico ufficiale.
Anche in quella occasione, tra l’altro, all’interno dell’ex liceo Gravina vennero sequestrati droga e materiale utile al confezionamento. Pochi giorni dopo, anche la polizia ha rinvenuto e sequestrato altro stupefacente negli stessi locali della scuola abbanondata. Segno che l’attività di spaccio non si era mai fermata.