Era nato con l’obiettivo di incentivare la mobilità sostenibile, pedalare in compagnia e sperimentare un nuovo modo di muoversi in città. Ma il Park and Ride di Crotone, il servizio di bike sharing a tariffa agevolata su cui erano stati investiti oltre 100mila euro, ha avuto vita breve. E ora giace in uno stato di completo abbandono.

La storia del Park and Ride

Nel 2017 l’amministrazione comunale, allora guidata dal sindaco Ugo Pugliese, stipula una convenzione con l’associazione Ciclofficina Tr 22O, da anni impegnata sul territorio nella promozione della mobilità alternativa e in progetti di riciclo creativo. Solo nel mese di giugno 2018, però, la struttura viene inaugurata ed entra in funzione, dopo aver superato qualche impedimento burocratico. In pochi mesi, il Park and Ride di viale Regina Margherita diventa un punto di riferimento per gli amanti della due ruote e, a due passi dal centro e dal porto, anche per i turisti che vogliono visitare in maniera alternativa la città. A novembre 2019, però, la convenzione tra l’ente e la realtà associativa scade e non viene più rinnovata. Il servizio viene sospeso, la struttura chiusa. E qui tutto sembra essere fermo a quel giorno.

L’abbandono dopo la chiusura

Nel frattempo a piazza della Resistenza, dopo le dimissioni di Pugliese coinvolto nell’inchiesta sulla piscina comunale, arriva il commissario prefettizio, Tiziana Costantino, alla quale i ragazzi di Ciclofficina chiedono di poter procedere a titolo volontario con la manutenzione del parco mezzi, una cinquantina di bicilette, metà delle quali a pedalata assistita. Dal Comune la proposta non viene accolta. Intanto, eventi atmosferici e salsedine hanno compromesso la funzionalità delle bici elettriche, che rischiano di non essere più utilizzabili. Nessuno ha pensato di spostarle, metterle al riparo dopo la sospensione del servizio.

Incuria e vandalismo

La struttura è ormai abbandonata, visitata solo, com’era facilmente prevedibile, dai vandali, che hanno lasciato scritte con vernice spray sulle vetrate di porte e finestre. Qualche cartone, un vecchio cuscino e cocci di bottiglia fanno pensare anche che questo posto sia diventato giaciglio improvvisato per qualche senzatetto. Uno dei lampioni installati all’esterno è stato danneggiato, la vernice dei cancelli è erosa dalla ruggine. Non sembra esserci neanche un sistema di videosorveglianza a tutela del bene pubblico. Lo scorrere del tempo e l’incuria stanno facendo il resto. A perfetta integrazione del contesto urbano che amaramente la circonda: panchine rotte, pavimentazione dei marciapiedi saltata, rifiuti, erbacce.