VIDEO | I primi cittadini del Crotonese hanno comunque evidenziato le criticità del sistema a livello territoriale, chiedendo il potenziamento di alcuni servizi
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La Conferenza dei sindaci del Crotonese era stata convocata, ieri pomeriggio, per discutere l'atto aziendale dell’Asp di Crotone, ma non tutti i convenuti avevano ricevuto, a causa di un mero problema tecnico, il documento. Il confronto sul tema con il commissario Domenico Sperlì è stato dunque rinviato, ma i primi cittadini hanno comunque colto l’occasione per esporre le proprie richieste in materia di sanità territoriale.
Potenziare servizi territoriali
Sono stati soprattutto i sindaci dei comuni più piccoli a esporre le criticità del sistema: «Bene le ambizioni dell’atto aziendale, ma noi dobbiamo essere concreti. Ridurre le liste d’attesa, potenziare le guardie mediche, rafforzare il servizio del 118 sono questioni concrete, perché non si può rischiare di morire perché manca un’ambulanza» ha detto ad esempio Raffaele Falbo, sindaco di Melissa.
Il confronto si è spostato anche sull’emergenza sanitaria. Il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, è tornato a esprimere le sue perplessità sulle attività di tracciamento dell’Asp, evidenziando come il numero dei contatti stretti dei positivi comunicati al Comune sia davvero esiguo.
La campagna vaccinale
Antonio Barberio, che guida l’amministrazione comunale di Scandale, ha espresso delusione per l’estromissione dei sindaci dalla campagna vaccinale, a differenza di quanto era avvenuto invece nella prima fase, quando sono stati vaccinati gli over 80.
Il sindaco teme che i cittadini dei comuni più isolati possano avere difficoltà a raggiungere gli hub vaccinali del territorio (Crotone, Cirò Marina e Mesoraca), e che quindi qualche centro possa rimanere indietro nelle somministrazioni. Per questo, ha annunciato che chiederà alla Protezione civile il numero dei vaccini somministrati settimanalmente nei comuni della provincia crotonese.
Barberio non ha risparmiato qualche critica ai dirigenti dell’Asp: «C’è una classe dirigente intermedia all’interno dell’azienda sanitaria alla quale sembrano quasi dare fastidio i rapporti istituzionali, agisce con molta spocchia e molto spesso anche con un po’ di incompetenza».