Crotone, aggressione all'ospedale: «Succedono con frequenza preoccupante»

VIDEO | A dichiararlo il direttore del pronto soccorso del San Giovanni di Dio. Il fatto è accaduto nella tarda serata di mercoledì. C'è però chi sostiene una versione diversa di quanto avvenuto

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di Giuseppe Laratta
12 ottobre 2018
15:39

«Per fortuna non ci sono state conseguenze per gli operatori e sui pazienti che sono stati partecipi dell'evento. La verità è che ormai succedono con una frequenza preoccupante: è stato un evento solito perchè tutte le postazioni mediche frontline, come quella di pronto soccorso dove si registrano file per l'accettazione e sovraffollamento, presentano questo problema di aggressività da parte dei pazienti che vogliono subito entrare, essere immediatamente accettati e visitati, quando invece esiste un codice di colore di gravità che concede l'accesso di priorità a le patologie più gravi». Lo ha dichiarato ai nostri microfoni il dottore Pasquale Mungari, direttore del pronto soccorso dell'ospedale San Giovanni di Dio di Crotone, teatro di un'aggressione nei confronti di un'infermiera.


I fatti si sono svolti nella serata di mercoledì, quando una ragazza minorenne e incinta si è presentata al pronto soccorso poiché febbricitante, chiedendo che le venisse data una tachipirina. I medici le hanno detto di aspettare qualche minuto poiché bisognava rispettare il colore dei codici; il compagno della ragazza non avrebbe voluto attendere, e così avrebbe tirato un calcio a una porta. Nel contempo una donna, della quale non si conosce il grado di parentela con la coppia o meno, avrebbe graffiato un'infermiera; è intervenuta poi una volante della Polizia che ha proceduto a identificare le persone.



Questa mattina si è proceduto a denunciare il caso: «Noi denunciamo per vie interne – conclude il dottore Mungari –
sia il direttore sanitario di presidio che il risk manager dell'ospedale, deputato al controllo del rischio clinico, sono al corrente di quello che è successo nello specifico, e stanno provvedendo. Lì (al pronto soccorso n.d.r.) sono presenti delle guardie giurate che dovrebbero controllare questo flusso, e c'è un posto di Polizia che purtroppo è presente solo nelle ore diurne; in quelle notturne non è possibile attivarlo per carenza di personale».

«È stato un episodio che, seppur non grave come gli ultimi accaduti nel mese di agosto, è stato legato alla fretta di dare una risposta» (dare la tachipirina alla ragazza n.d.r.): lo ha dichiarato ai nostri microfoni il direttore generale dell'Asp Sergio Arena. «Il problema dell'aggressione – continua – è un problema che riguarda non solo la nostra Azienda, ma un po' tutti i pronto soccorso d'Italia; è un fenomeno che ha alla base anche un fatto culturale. Noi abbiamo raddoppiato la guardiania di notte, c'è una guardia giurata che gira, però in quel momento, tra l'operatore sanitario e la persona che ha deciso di rivolgersi in una maniera violenta, diviene difficile intervenire. Possiamo intervenire velocemente, però non in quel preciso momento. In questo episodio c'è stato un bravo medico che ha saputo comunicare ed è riuscito a calmare questa persona; con tutta la buona volontà, anche nella buona comunicazione, questi episodi purtroppo avvengono. Speriamo che diminuiscano e che possiamo dare i giusti rimedi. Nei prossimi giorni so anche che l'Ordine dei Medici ha organizzato, su questo argomento, un'iniziativa molto importante».


Nel pronto soccorso dell'ospedale di Crotone, secondo quanto riferito dal dottore Arena, il clima non è assolutamente teso
: si registrano circa 55mila prestazioni all'anno. «Capisco anche che gli ambienti sono quello che sono – conclude – ristretti e con poca privacy, anche se si va verso l'aggiudicazione definitiva della gara per la ristrutturazione».

Però, c'è chi riporta una versione diversa di quanto accaduto mercoledì sera al nosocomio, presente in quei minuti nervosi al pronto soccorso: a quanto appreso telefonicamente dalla signora Maria Itria, la ragazza sarebbe stata lasciata su un lettino mentre accusava una crisi epilettica probabilmente legata al fatto della febbre, e il ragazzo – che avrebbe tirato calci alla porta – sarebbe stato lasciato fuori. Prima dei momenti caotici, ci sarebbe stato l'intervento di un operatore sanitario che avrebbe aiutato la ragazza a non ingoiare la lingua.

Giornalista
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