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Non luogo a procedere perché il fatto non sussiste. Con questa formulazione il giudice dell'udienza preliminare di Catanzaro Assunta Maiore ha scagionato dall'accusa di abuso d'ufficio Miryam Claudia Sacco, 45enne di Lecco, ma residente a Grisolia (Cs), imputata in qualità di presidente della commissione di concorso per la copertura di un posto di collaboratore amministrativo a tempo pieno e indeterminato indetto dal Comune di Cropani. Il gup ha accolto la richiesta del legale difensore Carlo Petitto, dopo aver espulso dal processo la parte civile. L'imputata, secondo le ipotesi accusatorie, avrebbe intenzionalmente favorito nell'espletamento delle procedure concorsuali due candidati, una delle quali socia assieme alla stessa Sacco di una cooperativa sociale composta da quattro persone. Motivo quest'ultimo, che avrebbe dovuto indurre la Sacco ad astenersi dal presiedere la commissione in questione, almeno secondo il castello accusatorio. La donna, inoltre, dopo la correzione degli scritti avrebbe proceduto a una "integrazione" dei criteri di valutazione dei titoli stabilendo di considerare titoli suscettibili di attribuzione di punteggio prestazioni rese presso pubbliche amministrazioni anche senza alcun rapporto diretto. In sostanza la donna avrebbe permesso alla donna la positiva valutazione dei soli titoli presentati dai due candidati da favorire, omettendo di valutare, secondo il pm Gerardo Dominijanni che ne ha chiesto il rinvio a giudizio, i titoli presentati da un'altra candidata ritenuta parte offesa, non consentendo inoltre la prova orale fosse pubblica come invece previsto dalla legge. E proprio uno dei presunti favoriti, alla fine, risultò vincitore del concorso e ottenne l'assunzione presso il Comune di Cropani quale assistente amministrativo, con determina del 27 febbraio del 2012; mentre l'altra presunta favorita arrivò seconda, "con conseguente immediato vantaggio curriculare – ha scritto il pm – e mediato vantaggio rappresentato dalla possibilità di essere destinataria di diretta assunzione in caso di necessità di copertura di nuovi profili con il meccanismo del cd. scorrimento in graduatoria". Contestazioni che, però, sono venute meno davanti all'autorità giudiziaria che si è pronunciata oggi scagionando l'imputata con formula ampia, dopo aver ascoltato l'arringa difensiva dell'avvocato Petitto che ha smontato passo dopo passo le ipotesi accusatorie sostenendo che gli investigatori sono incorsi in una serie di errori, in primis quello di non aver valutato e riscontrato quanto sostenuto dalla parte civile, sbagli trasferiti poi in tutta la richiesta di rinvio a giudizio.