A San Fili anche la sindaca, Linda Cribari, ha ricevuto la prima dose del vaccino Pfizer durante le sedute di somministrazione organizzate per gli ottuagenari del paese nell’ultima settimana di febbraio. Con lei, inoltre, figurano tra i beneficiari del trattamento il vicesindaco Antonio Romeo, il presidente del consiglio Giuseppe Crispini, l’assessore Mario Lio, i consiglieri Saverio Sammarco e Alfredo Lo Feudo. Sono tutti esponenti del gruppo di maggioranza Forgia il Futuro.

Verità inconfessabile

L’inconfessabile verità, prima sussurrata tra le vie del borgo, poi rivelata all’opinione pubblica da una nota stampa del gruppo di minoranza comunale, infine confermata dalla indagine interna disposta dall’Asp di Cosenza, è inevitabilmente venuta a galla. Le circostanze che hanno condotto all’utilizzo improprio del serio anti-Covid sono al vaglio dell’Azienda Sanitaria per l’adozione di eventuali provvedimenti disciplinari.

Dosi in eccedenza

Dalle informazioni raccolte, tuttavia, non sarebbero da ricondurre alla volontà di favorire gli amministratori. Piuttosto ad una catena di errori mista ad ingenuità e, forse, un pizzico di malizia. In sostanza, quando tutti gli anziani aderenti alla campagna di prevenzione si erano vaccinati, erano avanzate alcune dosi ormai tirate fuori dal frigorifero. Per smaltirle sono state inoculate ai presenti, gli esponenti della maggioranza appunto, per evitare che andassero perdute.

La ricostruzione del medico

A ricostruire la vicenda è uno dei medici di base addetti alla somministrazione, Giovanni Carbotti, personaggio schietto e genuino di San Fili, notoriamente distante dalle posizioni politiche dell’attuale amministrazione. «L’Asp era presente con un amministrativo, un medico responsabile ed una infermiere mentre io ed il collega Scarcella eravamo addetti esclusivamente alla esecuzione delle iniezioni all’interno dei due ambulatori allestiti nel centro sanitario. Nella seduta di sabato 27 febbraio non ricordo precisamente il numero dei pazienti iscritti per la somministrazione, ma ad un certo punto il personale di supporto si è reso conto di non avere a disposizione un numero di dosi sufficienti per tutti gli ottuagenari presenti».

Eccesso di zelo

Insomma, otto anziani rischiavano di essere rispediti a casa senza vaccinazione. «A quel punto un addetto, credo un agente di polizia municipale, si è recato nel distretto Asp di Rende per ritirare due fialoidi. Ma, forse per eccesso di zelo, ne ha portati quattro per un totale di 24 dosi. Avevamo quindi una eccedenza importante. A quel punto si è cercato di fare in modo che il prodotto non venisse sprecato. Sono stati rintracciati pazienti non ottantenni ma con patologie oncologiche ed invalidanti».

L'offerta ai carabinieri della locale stazione

Poi è stata interpellata la locale caserma dei carabinieri, ma i militari hanno declinato l’invito essendo inseriti negli elenchi delle forze dell’ordine. Da qui comunque si evince che non vi era una malafede nel procedere poi alla vaccinazione dei presenti, tra cui appunto gli amministratori locali di maggioranza».

Potevano chiamarmi

«Probabilmente la minoranza, che è la mia sponda politica, fa bene a cavalcare la tigre però i suoi componenti avrebbero potuto darmi un colpo di telefono per chiedermi ragguagli». Ecco l’intervista rilasciata dal medico: