Attivisti di diverse associazioni sono saliti sul tetto e hanno appeso striscioni. Obiettivo, richiamare l'attenzione sulle gravi carenze della sanità pubblica emerse durante la pandemia
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Un gruppo di manifestanti ha pacificamente e simbolicamente occupato la sede della direzione generale dell'Azienda ospedaliera di Cosenza. Si tratta del sindacato Usb, degli attivisti del Comitato Prendo casa, del collettivo femminista Cosentine in lotta e di rappresentanti di altre associazioni di cittadini.
Con gli striscioni affissi lungo la parete dell'immobile, sito in via san Martino, intendono richiamare l'attenzione sulle gravi carenze della sanità pubblica emerse in tutta la loro drammaticità nella terza ondata di pandemia abbattutasi sulla provincia bruzia con una escalation di contagi, di soggetti bisognosi di cure ospedaliere che non trovano posto in reparto, di vittime due le quali negli ultimi giorni decedute sulle ambulanze in fila davanti al pronto soccorso in attesa di un'adeguata sistemazione.
Sul posto si sono portate le forze dell'ordine.
Nel pomeriggio, poi, la protesta ha raggiunto la sede dell'Asp dove una decina di cittadini hanno occupato la sede di via Alimena. I manifestanti appartengono allo stesso gruppo di protesta "Cittadine e cittadine calabresi per la sanità pubblica", che questa mattina sono saliti sul tetto della direzione dell'Azienda ospedaliera. I manifestanti sono all'interno della direzione e anche in questo caso non hanno intenzione di lasciare il presidio, in attesa che il ministro della Salute Roberto Speranza prenda provvedimenti per arginare l'emergenza. «Nonostante il numero di contagi sia ristretto rispetto ad altri territori del paese - affermano i manifestanti - le difficoltà di curare i malati di Covid ma anche i malati in generale, aumentano. Undici anni di commissariamento della sanità pubblica in Calabria hanno lasciato delle conseguenze pesantissime e nonostante i proclami, dopo un anno e mezzo dalla scoppio della pandemia, niente è cambiato. La soluzione è semplice: smettere di dare in mano ai privati la gestione della sanità pubblica, riaprire gli ospedali che sono stati chiusi e sbloccare il turn over assumendo medici e infermieri. Chiamiamo tutti gli studenti e le studentesse, i lavoratori e le lavoratrici fuori sede ad unirsi a noi».