«Purtroppo abbiamo fatto un passo indietro». L'amara considerazione è di Bruno Barreca, dirigente scolastico dell'istituto di istruzione superiore "Mattei - Pitagora - Calvosa" di Castrovillari mentre si aggira tra le aule vuote del suo istituto.

 

In questi giorni in cui la scuola è stata costretta a rimandare i ragazzi a casa per l'ordinanza della Regione Calabria il pensiero va al «tanto lavoro fatto, al tanto impegno e le tante risorse impegnate dal Ministero» per riportare i ragazzi tra le mura degli istituti.

 

Oggi la scuola ha dovuto rimboccarsi le maniche e riattavare la didattica a distanza ma «ci sono situazioni che andrebbero chiarite bene e che ci mettessero nelle condizioni di operare al meglio».

 

Invece in questi giorni è un susseguirsi di provvedimenti, ordinanze della Regione Calabria, Dpcm e non da ultima la nota del Miur a firma del capo dipartimento Bruschi che «ha messo in agitazione le scuole, i sindacati, i docenti ed i dirigenti» e che sembrava andasse nella direzione di dover obbligare i docenti a lavorare negli istituti per svolgere la Dad.

 

I primi a contestare questa nota sono stati i sindacati. L'istituto castrovillarese si è regolato nella libertà di lasciare i docenti a casa o di poter utilizzare le aule, la strumentazione e le linee della scuola in caso di necessità. Tanti notebook sono stati affidati in comodato d'uso ai ragazzi che ne hanno fatto richiesta ma l'amarezza è che la scuola «era pronta per la didattica in presenza ed invece oggi «ci ritroviamo con questo silenzio assordante che è insopportabile».

 

La valutazione degli studenti


In questo mare di incertezze sul futuro di ciò che vivrà la scuola ora il problema è anche la valutazione dei primo trimestre. Perchè nella prima fase dell'anno si era pensato di «lavorare per recuperare quelle carenze che si erano fatto registrare rispetto al livello degli apprendimenti frutto della didattica a distanza effettuata dal 4 marzo in poi».

 

Ma oggi come arrivare alla valutazione degli studenti per il primo trimestre è «un grosso punto interrogativo». Si è in attesa di un prossimo decreto del presidente del consiglio dei ministri ma anche delle disposizioni del presidente facente funzione della Regione Spirlì su come affrontare la didattica in presenza per il restante 25% di quanto concesso dal Dpcm del presidente Conte.

 

«Noi abbiamo già pensato di far venire a turno le classi a scuola in maniera da poter avviare le verifiche» scongiurango gli assembramenti.

 

Agire sui trasporti


Ma come già specificato nelle recenti proteste dei ragazzi il vero nodo da sciogliere per la scuola è la tematica dei trasporti. «Nelle scuole la sicurezza è garantita, abbiamo impegnato tanto tempo per metterci nelle condizioni di svolgere la didattica in presenza, ma il problema resta fuori - aggiunge Barreca - Noi auspichiamo che in questo periodo ci sia un intervento che potenzi la rete dei trasporti, ma purtroppo pare la regine abbia tagliato migliaia di chilometri».

 

La necessità è che per affrontare questi problemi complessi le «istituzioni preposte dialoghino tra di loro». Il periodo del Covid poteva essere una «occasione per migliorare la rete dei servizi - conclude il dirigente castrovillarese - ma purtroppo non si è lavorato in questo senso.

 

Si è puntato più sui banchi, su cose che forse non servivano alle scuole, sono state impegnate tante risorse ma cosa ne facciamo se restano qui inutilizzate?».