Rischia di trasformarsi in un clamoroso buco nell’acqua la gestione dei Covid hotel in Calabria, nonostante la solerzia mostrata nelle ultime settimane dalla Protezione civile regionale che è infine riuscita a mettere in piedi una fitta rete di strutture alberghiere dove trasferire i soggetti asintomatici affetti dal virus.

Covid hotel attivi...

Dopo un periodo di gestazione per affinare le trattative con le associazioni di categoria, nella prima decade del mese scorso sono stati, infatti, sottoscritti i primi contratti con gli alberghi, trasformati in strutture per l’isolamento temporaneo di contagiati. Già l’11 gennaio la Protezione civile aveva acquisito la disponibilità di cinque hotel con una dotazione di 147 posti, ma tante altre procedure risultavano allora in itinere tanto che nel giro di poco più di un mese le strutture alberghiere contrattualizzate sono addirittura raddoppiate – otto, in tutto – con una dotazione complessiva di 371 posti sparsi nelle province di Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria e Vibo Valentia.

... ma vuoti

Tuttavia, finora rimaste tristemente vuote a causa dell’assenza di un protocollo per la gestione dei casi e per la scelta e il trasferimento dei pazienti asintomatici da isolare che è in capo ai dipartimenti Prevenzione della singole aziende sanitarie provinciali. Un disservizio che resterebbe tale se non comportasse oneri a carico della Regione. La manifestazione d’interesse bandita dalla Protezione civile – dopo l’accordo stipulato con le organizzazioni di categoria – prevede, infatti, il pagamento di una somma di 65 euro per le camere occupate e il riconoscimento di 15 euro per quelle rimaste inutilizzate.

Il tachimetro corre

Insomma, per circa un mese il tachimetro ha continuato a correre pur con gli alberghi totalmente vuoti, o quasi. Su 371 posti disponibili finora, solo due pazienti asintomatici sono stati trasferiti nei Covid hotel contrattualizzati. Nello specifico, all'hotel Poligermaneto a Caraffa nella provincia di Catanzaro dotato di ben 25 posti letto. Nulla di fatto per tutti gli altri. Le spese sono, e continueranno ad essere, imputate sui centri di costo Covid, attivati dalla Regione dopo il trasferimento dei fondi statali disposti rispettivamente con il cosiddetto decreto legge Cura Italia e Rilancio.

Il protocollo

E così per evitare di continuare a far correre il tachimetro inutilmente, da giorni è allo studio dell’ufficio del delegato del soggetto attuatore un protocollo che a breve sarà recepito in una ordinanza regionale. Il documento individua i responsabili dell’attivazione dei percorsi sanitari per il trasferimento dei soggetti asintomatici, vincolandoli così all’uso delle strutture alberghiere che per ora la Regione sta pagando a vuoto. Centri propulsori del sistema saranno i dipartimenti Prevenzione delle aziende sanitarie provinciali e i medici di medicina generale, incaricati di fare da collante tra le strutture ricettive e il territorio.

 

I responsabili del sistema

Le segnalazioni potranno pervenire dai medici di medicina generale, dalle Usca, dai servizi sociali dei Comuni o dalle direzioni sanitarie delle aziende ospedaliere per le dimissioni protette di pazienti che non mostrano più sintomi ma ancora infetti. Ma sarà sempre sui dipartimenti di Prevenzione e sui medici di medicina generale che graverà la responsabilità di attivare la sorveglianza attiva e il monitoraggio rispettivamente dei pazienti in dimissione o dei propri assistiti.