VIDEO | Rischio focolai all'interno degli uffici a causa della mancata attivazione dei tamponi sui dipendenti. La situazione è stata più volte sollecitata dalla Csa Cisal dopo alcuni casi di positività riscontrati
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Niente screening per i dipendenti regionali con il rischio di focolai all’interno degli uffici. È quanto denuncia il sindacato Csa Cisal che considerati i casi di positività al coronavirus riscontrati tra i lavoratori, alcuni in servizio alla cittadella di Catanzaro, chiede al dipartimento Tutela della Salute l’attivazione della procedura per l’esecuzione dei tamponi molecolari sul personale, in alcuni casi quotidianamente a contatto con il pubblico. Richiesta più volte sollecitata, attraverso formale comunicazione da parte del dirigente del settore Datore di Lavoro e dal direttore generale del personale alla quale però non è seguito alcun riscontro. La procedura era inizialmente partita con i primi prelievi effettuati, ma bruscamente interrotta l’11 gennaio scorso.
Richiesta più volte reiterata
«Siamo in pena emergenza pandemica e i dati dei contagi rilevano un aumento dei casi in Calabria e le misure anti contagio attivate dall’amministrazione regionale a tutela dei lavoratori non ci sembrano del tutto orientate verso la salvaguardia di questi ultimi – spiega il dirigente sindacale Gianluca Tedesco -. Non ci pare garbato il fatto che il Dipartimento Tutela della Salute non abbia dato risposta alla richiesta avanzata da due dirigenti del dipartimento, dal dirigente datore di lavoro e dal direttore generale del personale circa l’attivazione di tamponi molecolari nei confronti dei lavoratori regionali, alcuni dei quali non soltanto espletano dei servizi essenziali ma che sono a stretto contatto con il pubblico. Ad oggi, non essendo stato fatto nessuno screening per accertare un’eventuale diffusione del contagio tra i lavoratori, consideriamo questo atteggiamento non soltanto un atto deplorevole quanto un atto di assoluta gravità».
«Tutelare la salute dei dipendenti regionali»
Era il 28 dicembre scorso quando il dirigente datore di lavoro si era attivato, spiega Tedesco, «attraverso la procedura prevista, per la richiesta di tamponi molecolari nei confronti dei dipendenti regionali, poi bruscamente interrotta. Da quel momento in poi non abbiamo più avuto notizie in merito. Dopo questa brusca interruzione, l’11 gennaio scorso, il dirigente datore di lavoro e il direttore generale del personale in maniera diligente hanno inoltrato una prima richiesta al Dipartimento tutela della salute perché venissero attivate le procedure di attivazione dei tamponi nei confronti dei dipendenti regionali. In questa prima comunicazione – sottolinea Tedesco - i due dirigenti precisano che la stessa è motivata dal fatto che sono stati numerosi i contagi tra i dipendenti e che la misura rappresenta una preventiva tutela della salute degli stessi. Richiesta alla quale il dipartimento non ha comunque risposto».
Nessun riscontro
In considerazione di ciò «gli stessi interlocutori, dirigente datore di lavoro e dirigente generale del dipartimento del personale, reiterano in data 14 gennaio una seconda richiesta puntualizzando come presso le sedi regionali, compresa la cittadella, sono numerose le segnalazioni di casi positivi di dipendenti che si sono recati al lavoro mettendo a repentaglio la salute di altri e alla luce di ciò, si sollecita un riscontro con cortese sollecitudine. Ma anche a questa seconda comunicazione non è risultato nessun tipo di riscontro».
Termoscanner non funzionanti e ingressi incontrollati
A questo si aggiungono, spiega il sindacato, termoscanner non sempre funzionati e ingressi incontrollati. Circostanze che mettono a serio rischio la salute dei dipendenti regionali: «Il termoscanner non funzionante è quello collocato nella piazza San Francesco di Paola, all’entrata principale. A mettere in evidenza tale malfunzionamento, la redazione di verbali da parte degli addetti all’ingresso del palazzo dei calabresi. Abbiamo inoltre segnalato che vi è il completo libero accesso da parte dell’utenza esterna, dei postini e dei corrieri. Dunque a tutti coloro i quali entrano all’interno del protocollo generale non viene rilevata la temperatura corporea».
«Si intervenga al più presto»
Dunque per il sindacato è fondamentale che venga data subito formale risposta: «speriamo che non ci siano più indugi o blocchi inopportuni affinchè i dipendenti possano essere da subito sottoposti a tamponi molecolari e aspettiamo anche informazioni da parte dell’amministrazione regionale, così com’era stato scritto, circa la campagna vaccinazioni che doveva partire dal mese di marzo 2021, secondo quelli che sono i dettami delle regole nazionali».