VIDEO | Nelle dodici Unità speciali di continuità assistenziali mancano nel complesso 24 medici e 23 infermieri mentre crescono le richieste di visite a domicilio. Parte del personale inoltre supporta anche i centri vaccinali
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Con la quarta ondata della pandemia è tornata di attualità la questione della carenza organica delle Usca della provincia di Cosenza.
Disponibilità ridotte
Attualmente i dodici presidi distribuiti tra il capoluogo, le coste e l'entroterra, hanno una disponibilità complessiva di 32 medici con contratto base di 20 ore settimanali e 33 infermieri a tempo pieno, rispetto alla dotazione prevista dalle norme pari a 56 unità per entrambe le figure professionali.
Prestazioni in aumento
Contestualmente la ripresa dei contagi Covid sta determinando un aumento esponenziale della richiesta di visite domiciliari, per il monitoraggio dei paucisintomatici, principale attività svolta dalle Unità Speciali di Continuità Assistenziale. Ma non l'unica, poiché le Usca si occupano pure di contact tracing, sorveglianza, di isolamento dei focolai, di screening sulla popolazione. Parte del personale infermieristico inoltre, lavora a supporto della campagna vaccinale sia nei centri allestiti in tutto il territorio sia nelle somministrazioni a domicilio.
La situazione attuale
Queste le figure contrattualizzate ad oggi:
Usca Cosenza-Mendicino: 6 medici e 9 infermieri
Usca Rogliano-Savuto: 4 medici e 0 infermieri
Usca di San Giovanni in Fiore: 1 medico e 0 infermieri
Usca di Rende-Università: 2 medici e 5 infermieri
Usca di Montalto Uffugo: 2 medici e 2 infermieri
Usca di Acri: 2 medici e 0 infermieri
Usca di Rossano-Cariati: 2 medici e 7 infermieri
Usca di Corigliano Calabro-San Demetrio Corone: 2 medici e 1 infermiere
Usca di Cassano Jonio: 1 medico e 1 infermiere
Usca di Castrovillari-San Marco Argentano: 3 medici e 2 infermieri
Usca di Scalea e Tirreno Nord: 3 medici e 1 infermiere
Usca di Amantea-San Lucido e Tirreno Sud: 4 medici e 4 infermieri.
Verso l'incremento del monte ore
Il depauperamento del personale medico è da ricondurre all'avvio delle attività di specializzazione dei giovani professionisti contrattualizzati nella fase emergenziale mentre il reclutamento degli infermieri registra criticità in tutto il territorio nazionale. Per evitare interruzioni del servizio, l'Asp sarebbe in procinto di autorizzare almeno l'aumento del monte ore per i medici già contrattualizzati fino a 50 settimanali, in attesa della pubblicazione di un nuovo bando.