Una storia conclusa nel migliore dei modi quella di nonna Francesca, la centenaria di Reggio Calabria, invalida e in attesa del richiamo del vaccino dallo scorso 16 maggio. «Dopo il vostro articolo sulla nonna Francesca e il vaccino, chi di competenza ha telefonato, e alle 17.30 la seconda dose le è stata inoculata a domicilio», cosi la figlia dell'anziana signora. 

Gli interrogativi

Continua a rimanere incomprensibile come dopo giorni di silenzio e rinvii una donna di quasi cento anni abbia dovuto trovare una pronta soluzione in poche ore a seguito della denuncia apparsa sulle colonne di Lacnews24.it e IlReggino.it. Ancora una volta ad emergere è la mancanza di comunicazione tra i vari enti scesi in campo per portare avanti questa campagna vaccinale. Asp, esercito, protezione civile e Regione continuano a non comunicare tra di loro e se la mano destra non sa cosa fa la sinistra il risultato è che per mettere in sicurezza una paziente centenaria fragile una figlia è costretta a denunciare a mezzo stampa.

L'analogia

Se nonna Francesca ha ricevuto in poche ore dall'uscita di un articolo la seconda dose che le spettava già dal 16 maggio, allora non è una questione di carenza di vaccino ma di inadeguatezza del sistema, che rischia di compromettere la riuscita della vaccinazione di massa, soprattutto se i richiami non vengono gestiti con scrupolosità e organizzazione. Questa storia ricorda quella di Vincenzina, la 92enne di Taurianova alla quale è stata somministrata la prima dose del vaccino poche ore dopo un articolo apparso sulle colonne di Lacnews24 e de Ilreggino.it. Anche in quel caso l'anziana signora ricevette immediatamente la tanto attesa chiamata dal centro vaccinale.