L'ipotesi di costruire il nuovo ospedale hub dell'area urbana di Cosenza nella zona di Vaglio Lise, adiacente lo scalo ferroviario, volge verso il tramonto. Non trapelano notizie ufficiali e però appare ormai chiara l'intenzione di ampi settori della politica locale, comprendenti anche esponenti di centrosinistra, di realizzare l'opera, per la quale da tempo sono disponibili risorse ingenti, nel Campus di Arcavacata di Rende. Determinante, nel processo di modifica dei piani originariamente adottati da Mario Oliverio, predecessore del presidente Roberto Occhiuto, l'avvio all'Università della Calabria, del corso di laurea in Medicina e chirurgia. Il governatore, anche nelle sue funzioni di commissario ad acta della sanità calabrese, vede nel progetto del policlinico, l'ideale completamento del percorso intrapreso dal rettore Nicola Leone, per il momento imperniato sulle convenzioni sottoscritte con Asp e Azienda ospedaliera.

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Il trasloco del nuovo presidio sanitario da Cosenza a Rende, che peraltro, nell'ottica dell'eventuale fusione tra i due comuni, resterebbe comunque nel territorio del capoluogo, aprirebbe alla possibilità di dare impulso ad un'altra grande opera, pensata per restituire centralità e vigore alla stazione dei treni, profondamente bisognosa di una rigenerazione. 

Nello spazio dismesso dei binari, oggi di proprietà di sistemi urbani, la società del Gruppo di Ferrovie dello Stato avente la mission di valorizzare gli agglomerati non più funzionali all'esercizio del trasporto pubblico, per restituirli ai cittadini, si fa strada l'ambizione di costruire un polo fieristico, da tempo atteso in città, da quando vennero abbandonate e successivamente smantellate le cupole geodetiche di Viale Magna Grecia. Promossa del vicepresidente nazionale della Confederazione della piccola e media industria, Francesco Napoli, è più di un'ambizione: vi sarebbero infatti contatti informali avviati con diversi imprenditori disposti ad investire nel progetto, di cui esiste già un particolareggiato masterplan.

Si stima che il centro fieristico, strategicamente collocato a pochi minuti dallo svincolo autostradale, nei pressi della futura autostazione dei pullman extraurbani e di fatto, all'interno della stazione dei treni, potrebbe convogliare 500mila presenze in cinque anni producendo un giro d'affari di circa 100 milioni di euro.