VIDEO | I militari impegnati in un paziente lavoro di controllo contabile nella sede Asp di Via Alimena. Tra le ipotesi di reato quella del falso in bilancio
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L’ipotesi di reato è quella del falso in bilancio, ma non è escluso che le fiamme gialle, da alcuni giorni impegnate a spulciare tra i faldoni dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, possano riscontrare altre irregolarità. I finanzieri stanno passando al setaccio documenti contabili e pagamenti per un totale stimato di circa due miliardi di euro, corrisposti negli ultimi dieci anni dal colosso della sanità regionale, tra le Asp più grandi del Paese per competenza ed estensione territoriale, a laboratori, ambulatori, cliniche, ed altre strutture accreditate.
Controllo sugli importi fatturati e pagati
L’indagine tende ad accertare la correttezza delle procedure seguite nella verifica delle prestazioni effettivamente erogate dai privati convenzionati. E naturalmente anche la congruenza delle liquidazioni effettuate rispetto agli importi fatturati, per scacciare il sospetto che anche qui, come in altri enti di analoga natura, si sia proceduto, per errore o per dolo, a pagare due volte per i medesimi servizi. Le attività, coordinate dal colonnello Marco Grazioli, vanno avanti già da qualche giorno, con discrezione, negli uffici di Via Alimena, condotte da militari in borghese. Sarà una delle prime gatte da pelare con cui dovrà confrontarsi il nuovo manager in procinto di essere nominato dal Consiglio dei Ministri. In pole per la poltrona di direttore generale c’è il palermitano Antonino Candela, medaglia d’argento della Presidenza della Repubblica per le battaglie anticorruzione condotte nel capoluogo siciliano.
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