Fabbricava mascherine non idonee, denunciato commerciante a Cosenza

Blitz della Guardia di finanza in un negozio di autoricambi. Deferiti al'autorità giudiziaria anche un farmacista ed un ferramenta

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23 marzo 2020
11:08

Vendeva ricambi per autoveicoli in un negozio di Cosenza, ma aveva pensato bene di sfruttare l’emergenza coronavirus per fabbricare mascherine in tessuto e venderle a peso d’oro.

Nessuna protezione

Il commerciante aveva allora allestito all’interno del proprio esercizio commerciale una specie di sartoria dove, con l’utilizzo di una macchina per cucire professionale, senza alcun tipo di autorizzazione, venivano confezionate mascherine in cotone non idonee alla protezione individuale, imbustate in sacchetti per la conservazione di alimenti e vendute ad un prezzo che oscillava tra i dieci ed i quindici euro per singolo pezzo.


Il cartello sulla porta

Il titolare della rivendita è stato denunciato dalla Guardia di Finanza. I militari hanno effettuato una perquisizione nell’esercizio dopo aver notato sulla porta di ingresso un cartello promozionale recante la dicitura Sono arrivate le mascherine. All’interno hanno rinvenuto un campionario di mascherine di stoffa ed altro tessuto sufficiente per fabbricare almeno altri 350 pezzi. Le fiamme gialle hanno proceduto al sequestro ed alla denuncia del commerciante alla Procura della Repubblica per frode.

Ricarichi speculativi

Deferiti anche il titolare di una farmacia e quello di un negozio di ferramenta. In particolare i militari all’interno della farmacia riscontravano la vendita di mascherine modello FFP2 senza valvola, conformi alle disposizioni di legge, con un ricarico del 500% rispetto al prezzo d’acquisto. Dall’analisi della documentazione disponibile veniva accertato che l’esercente, agli inizi del mese di marzo, aveva acquistato da un fornitore 100 mascherine, al prezzo di costo di due euro cadauna, proponendole in vendita ai clienti finali quindici euro.

Nei guai anche un ferramenta

Dalla medesima documentazione poi è risultato che la farmacia avesse acquistato dal ferramenta altre tipologie di mascherine con ricarichi del prezzo, a seconda del prodotto, compresi tra il 300 ed il 600 percento. Contestati i reati di manovre speculative su merci e di frode in commercio, ed è scattato il sequestro dei dispositivi di protezione che immettevano sul mercato.

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