Rabbia e paura per il capannone dei veleni di Gizzeria: «Vogliamo risposte»

VIDEO | La comunità della frazione Mortilla ha manifestato contro l’edificio al centro dell’inchiesta della Dda di Milano nel quale sarebbero stipate tonnellate di rifiuti potenzialmente pericolosi

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di Tiziana Bagnato
3 novembre 2019
14:01

Un corteo silenzioso che si è snodato da piazza Eroi di Nassirya fino alla cancellata di quello diventato noto come “il capannone dei veleni”. È scesa in piazza la comunità di Mortilla, località di Gizzeria, preoccupata da quando l'operazione Dda di Milano “Feudo”, che ha fatto luce sul traffico illecito di rifiuti tra Lombardia, Campania e Calabria, ha individuato proprio qui uno dei siti di stoccaggio illecito di rifiuti.

 


Un giro di affari milionario, un traffico che non fa dormire sonni tranquilli ai cittadini. Ecco perché si sono costituiti nel comitato “No Nuova Terra dei Fuochi” chiedendo risposte e che su questa vicenda non cali il silenzio.

 

Il capannone della Eco.Lo.Da venne sequestrato nel giugno del 2018, ma di quello che è celato al suo interno, della sua potenziale pericolosità e degli interventi in merito la comunità non sa nulla.

 

La preoccupazione è alta, anche visto quella che ci raccontano essere un'alta incidenza di tumori nella zona. I cittadini pretendono risposte: «Non è possibile che ancora non ci venga data notizia del tipo di materiali all’interno del capannone. – spiega Jessica Roppa, vide presidente del comitato - Il nostro sospetto è che ci siano materiali tossici. Vogliamo sapere se queste sostanze nocive possono avere inciso sulla nostra salute. Se siamo a rischio o se lo saremo in futuro».

 

«Non sappiamo nulla – rimarca Aldo Cerra del movimento Gizzeria Futura - Ci aspettiamo da parte delle autorità e del sindaco di Gizzeria delle risposte». Ma il primo cittadino Pietro Raso non ha aderito all’incontro, né ha mandato alcun delegato. Presenti invece alcuni sindaci del comprensorio, politici lametini ed alcuni candidati alla fascia tricolore di Lamezia.

 

È bene però ricordare che Raso ha incontrato nei giorni scorsi il Dipartimento provinciale Arpacal di Catanzaro per un incontro tecnico finalizzato a valutare la richiesta inoltrata dallo stesso Comune relativa alle eventuali attività di campionamento e monitoraggi ambientali. Il Comune di Gizzeria, quindi, ha chiesto all’Arpacal di procedere nelle aree limitrofe al capannone ad un monitoraggio dell’acqua, dell’aria e del suolo attivandosi anche per una verifica radiometrica dei luoghi.

 

E intanto il deputato Cinque Stelle Giuseppe D'Ippolito, componente della commissione Ambiente, annuncia d’aver presentato una specifica interrogazione ai ministri dell’Ambiente e della Salute, «condivisa con la collega 5 Stelle Bianca Laura Granato, che a sua volta ha presentato analoga interrogazione al Senato».

 

«Inoltre – sottolinea D’Ippolito – al presidente della commissione Ecoreati, Stefano Vignaroli, mostrerò il dossier su questo episodio così preoccupante, che ho già confezionato e per cui chiederò, come è giusto che sia, l’audizione del sindaco di Gizzeria e di tutte le altre autorità che stanno seguendo il caso». «Per l’intero territorio calabrese – conclude il deputato del Movimento 5 Stelle – va svolto un lavoro di controllo capillare, che per cui mi sono attivato da molto tempo, informando personalmente l’operativo ministro dell’Ambiente, generale Sergio Costa, al fine di ricavare una mappa completa dei siti con rifiuti potenzialmente nocivi e di intervenire a tutti i livelli per le necessarie bonifiche».

Giornalista
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