"Coronavirus shop", anche in Calabria la truffa che sfrutta la psicosi

Sono 14 gli imprenditori responsabili di frode in commercio in tutta Italia che vendevano migliaia di articoli spacciandoli come "antidoti" contro il virus

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di Redazione
4 marzo 2020
10:39

Un vero e proprio "Coronavirus Shop", almeno questa è la denominazione riportata in uno dei tanti siti individuati dalla Guardia di Finanza di Torino che sta proseguendo le indagini dopo la maxi operazione dei giorni scorsi che ha visto migliaia di articoli, spacciati come "antidoti" contro il virus, venduti a prezzi folli.

Anche Cosenza è una delle province coinvolte nell’operazione su tutto il territorio nazionale insieme a Torino, Napoli, Foggia, Rimini, Salerno, Caserta, Modena, Cagliari, Campobasso, Mantova e Macerata.


 

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“Antidoti” contro il coronavirus

Ionizzatori d'ambiente, mascherine, tute, guanti protettivi, prodotti igienizzanti, occhiali, kit vari, facciali filtranti, copri-sanitari, integratori alimentari insomma di tutto un po', il cui utilizzo da parte dei consumatori, almeno questo è quello che è stato ingannevolmente pubblicizzato dai venditori, poteva garantire l'immunità totale dal COVID-19.

 

I Baschi verdi del Gruppo Pronto Impiego Torino, coordinati dai magistrati Vincenzo Pacileo e Alessandro Aghemo della Procura della Repubblica di Torino, sono riusciti a identificare ulteriori 14 imprenditori, tutti italiani, responsabili di frode in commercio. Rischiano ora fino a 2 anni di reclusione. Ferramenta, commercianti di detersivi, autoricambi, coltivatori diretti e allevatori di bestiame, venditori porta a porta, profumerie queste le attività dei "furbetti del web".  Anche in questo caso i prezzi alla vendita per ogni singolo articolo, hanno raggiunto le migliaia di euro.

 

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“Coronavirus shop”: chiusa la prima fase investigativa

Salgono così a 33 in pochi giorni i truffatori del web su tutto il territorio nazionale, tutti pronti a garantire una protezione totale dal contagio dal Coronavirus grazie all'utilizzo delle più disparate apparecchiature ovvero dispositivi di protezione individuale di facile reperibilità sul mercato.

 

I Finanzieri, chiudendo il "cerchio" intorno a questa prima fase investigativa, hanno inoltre segnalato all'Autorità Giudiziaria le 16 società coinvolte per la responsabilità amministrativa derivante dalla commissione dei reati, violazioni queste, che prevedono sanzioni e pene severissime; si va dalle sanzioni pecuniarie, alla confisca del profitto ottenuto, alla revoca delle licenze, sino al divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione.

 

L'attività che è solo agli inizi, rientra nel quadro delle attività svolte in via esclusiva dalla Guardia di finanza quale organo di Polizia economico finanziaria a tutela della concorrenza e del mercato posta ad argine delle frodi in commercio ed in materia di sicurezza prodotti.

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