Non ce l’ha fatta l’informatore scientifico 65enne, Paolo Oliva, in cura nel reparto di rianimazione dell’Annunziata di Cosenza.

Originario di Tarsia ma residente a Rende, il Covid-19 gli era stato diagnosticato dopo diversi giorni trascorsi in casa con la febbre. 

Per la natura del suo lavoro, l’uomo aveva visitato diversi ambulatori. Anche per questo una sessantina di medici e pediatri di base dell’area urbana e della provincia di Cosenza erano stati poi posti in quarantena.

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L'aggravamento dopo il ricovero

Nella serata del 7 marzo era stato allora ricoverato nell’unità operativa di malattie infettive ma l’aggravarsi delle sue condizioni avevano costretto i sanitari al trasferimento in terapia intensiva. Determinanti nel decorso della malattia, alcune patologie pregresse.

L’uomo potrebbe aver contratto il coronavirus nel corso di un convegno cui aveva partecipato a Lamezia Terme. Anche la moglie, positiva, è in ospedale. Si tratta della seconda vittima in Calabria dopo quella accertata nel comune di Montebello Jonico, centro reggino chiuso da un'ordinanza della presidente della Regione Jole Santelli.

 

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