Coronavirus, parla l'operatore di Villa Elisa positivo: «Non c'è da vergognarsi»

Il coraggio del giovane che lavorarava nella clinica di Cinquefrondi che annuncia pubblicamente di essere positivo al Covid-19: «Ero consapevole di essere a rischio ma sono rimasto comunque vicino ai pazienti»

di Elisa Barresi
5 aprile 2020
11:21
Pasqualino Strangio
Pasqualino Strangio

In quello che ormai è a tutti gli effetti un caos universale, da Oppido Mamertina arriva un segnale dalla dirompente normalità che nella sua pacatezza ha infranto un muro fatto di silenzio e paura.

 

Lui è Pasqualino Strangio, un operatore sanitario della casa di cura Villa Elisa di Cinquefrondi. Il giovane è il caso positivo confermato ieri dal sindaco e dalla direzione della struttura. Un esempio, quello di Pasqualino, che dovrebbe diventare contagioso. Il coraggio di un giovane che senza paura ha accolto la sfida senza creare panico o generare dannose psicosi.


«Sono positivo»

«Voglio comunicare con la massima trasparenza a tutti i miei concittadini di essere risultato positivo al COVID-19. Con serenità ho scelto di non nascondere la mia condizione in quanto ritengo che non si tratti né di una colpa né di qualcosa di cui vergognarsi. Continuando a svolgere il mio lavoro come Operatore Socio Sanitario, ero consapevole di essere un soggetto a rischio, ma con senso di responsabilità e adottando i dispositivi di sicurezza necessari, sono rimasto vicino ai pazienti della Clinica Villa Elisa.

Purtroppo ciò non è bastato a evitare il contagio – continua nel suo post Pasqualino – che è avvenuto in maniera del tutto imprevedibile nell’atto di prendermi cura di un paziente poi risultato COVID-19 positivo. Voglio rassicurarvi che tutto si sta svolgendo regolarmente e che osservero’ rigorosamente la quarantena in casa in assenza dei miei familiari. Mi auguro che la mia esperienza possa essere di esempio affinché tutti voi continuiate a rispettare le regole governative restando il più possibile a casa».

L’esempio

Con poche parole cariche di serenità, un giovane che fino all’ultimo ha assistito i sui pazienti, ha dimostrato che la nevrosi che colpito in molti in questa situazione e che ha visto scatenarsi in molte comunità una vera e propria caccia all’untore, è totalmente inutile. L’allarmismo ingiustificato sta facendo del male proprio a chi, questa battaglia la deve combattere in prima persona.

Pasqualino da giorni tramite i suoi social aveva abbracciato e condiviso la campagna di sensibilizzazione per invitare le persone a stare a casa. Lui non poteva e da operatore sanitario fino all’esito del tampone è stato ligio al suo dovere.

Così da un giovane operatore sanitario della Piana di Gioia Tauro arriva quel messaggio che aspettavamo, non più detto da sindaci o istituzioni ma da chi ha appena scoperto che la battaglia contro il coronavirus la deve combattere da solo.

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