Si tratta di Petilia Policastro, San Nicola da Crissa, Piani di Acquaro e Piminoro. Il provvedimento è scaturito dalle segnalazioni delle relative Asp circa l'aumento dei contagi
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Mentre l'intera regione si appresta a passare in zona arancione, in quattro altri territori calabresi entreranno in vigore le restrizioni previste per la massima fascia di rischio. Dalle ore 22 del 13 marzo a tutto il 28 marzo, infatti, diventano zona rossa i Comuni di Petilia Policastro (provincia di Crotone) e San Nicola da Crissa (Vibo Valentia) e nelle frazioni Piani di Acquaro (Acquaro, Vibo Valentia) e Piminoro (Oppido Mamertina, Reggio Calabria).
È quanto stabilisce l’ordinanza numero 13 (QUI PER SCARICARLA), firmata oggi dal presidente della Regione Calabria, Nino Spirlì, per il contenimento del rischio di contagio da Covid-19.
Le nuove zone rosse si aggiungono a Briatico, Dasà, Gerocarne e Sorianello, che saranno in fascia di massima allerta fino al 17 marzo. Oggi, inoltre, Longobucco è diventato zona rossa per disposizione del sindaco. Mentre Corigliano Rossano, sempre per effetto di un'ordinanza sindacale, sarà zona arancione rafforzato fino a domenica.
L’ordinanza
Il provvedimento si è reso necessario in seguito alle note dei dipartimenti di Prevenzione delle Aziende sanitarie provinciali di Reggio Calabria, Vibo e Crotone, con le quali è stato comunicato che nei territori in questione «si registra una incidenza significativa di nuovi casi confermati, rispetto alla popolazione residente, tale da necessitare l’adozione delle misure previste per la zona rossa».
Rilevato, inoltre, che «la situazione osservata potrebbe subire bruschi peggioramenti, a causa dell’elevato numero di contatti sociali avvenuti con soggetti poi risultati positivi, emersi nel corso delle indagini epidemiologiche».
L’ordinanza dispone che «le misure siano automaticamente adeguate a quanto previsto per i territori identificati come “zona rossa”, nei provvedimenti governativi di successiva emanazione» e che «i dipartimenti di Prevenzione delle Aziende sanitarie provinciali competenti procedano al costante monitoraggio della situazione epidemiologica locale, segnalando tempestivamente all’Unità di crisi regionale, ogni variazione significativa intervenuta».