C'è anche un vigile del fuoco tra le otto persone ricoverate a Cosenza nell'ospedale da campo militare. Una settimana dopo la sua entrata in funzione e l'arrivo del primo paziente in ambulanza, il presidio sanitario allestito dall'esercito sta fornendo un supporto non secondario nella gestione dei pazienti Covid dell'intera provincia. Decisamente alleggerita la pressione sul pronto soccorso del nosocomio bruzio.

Flusso normalizzato

A novembre in alcuni frangenti particolarmente critici, nel dipartimento di emergenza urgenza si sono avute anche più di quaranta degenze di pazienti sistemati alla meno peggio tra la tenda della protezione civile e le anguste stanze del punto di prima assistenza, con il rischio di promiscuità tra soggetti sani e positivi al coronavirus. Adesso il flusso si è normalizzato. E per fronteggiare una eventuale terza ondata dopo le festività natalizie, la task force dell'Asp è al lavoro per reperire nuovi posti letto nell'ospedale di Acri dove i lavori di adeguamento sono in via di ultimazione.

Decessi inarrestabili

Nel frattempo però continua a crescere il numero dei decessi: nei vari reparti dell'Annunziata hanno perso la vita due anziani di 88 e 85 anni entrambi di San Giovanni in Fiore, un 58enne di Corigliano-Rossano. Deceduto poi un uomo di 78 anni originario di San Ferdinando, nel Reggino, ricoverato nell'Astanteria Valentini e uno di Casali del Manco di 76 anni. Inoltre sono venute a mancare nell'ospedale di Cetraro altre due persone: una donna di 89 anni di Amantea, e un uomo di 85 anni. È così salito a 152 il numero dei morti dall'inizio della pandemia. 

Il problema delle Rsa

L'età mediana delle vittime si attesta sugli 82 anni, almeno 24 erano ospiti di case di riposo. La più anziana soggiornava a Villa Bianca, ad Aprigliano. Nata il 7 agosto del 1921, avrebbe raggiunto entro pochi mesi il secolo di vita. Il più giovane, colpito da questa seconda ondata invece, aveva 52 anni. Sono attesi infine i risultati di tamponi molecolari effettuati sabato scorso in una residenza per anziani di San Sosti, e processati nel laboratorio militare.