Per il consigliere comunale di minoranza, Piero Lucisano, «serve un cambiamento di mentalità, sia da parte della politica che della burocrazia»
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L’estate appena trascorsa ha lasciato un segno negativo sull’economia della costa rossanese, con un crollo evidente dei flussi turistici, persino nei periodi di alta stagione. Mentre altre località costiere si sono riprese dopo le difficoltà causate dalla pandemia, Rossano sembra rimanere indietro, facendo registrare una delle peggiori performance degli ultimi anni.
Il fenomeno è stato particolarmente rilevante nei venti giorni nevralgici di agosto, tradizionalmente considerati il picco della stagione turistica, quando il calo di presenze è stato sotto gli occhi di tutti. I turisti hanno preferito altre mete o si sono limitati a soggiorni brevi.
Questa tendenza, però, non riguarda solo Rossano: «Anche la vicina Schiavonea - ha affermato il consigliere comunale Piero Lucisano, capogruppo della lista “Uniti per Corigliano Rossano” - ha registrato una diminuzione di affluenza rispetto agli anni precedenti, segnalando un problema più ampio a livello territoriale. Tuttavia, la situazione di Rossano sembra più critica, con evidenti differenze in termini di infrastrutture e servizi tra i due centri».
Le carenze strutturali del lungomare Sant'Angelo
Una delle cause principali del calo turistico risiede nella scarsa attrattività del lungomare Sant'Angelo, meno attrezzato rispetto a Schiavonea. Quest’ultima, infatti, beneficia di una vivace economia e di un tessuto urbano che funziona tutto l’anno, grazie a servizi stabili e a un’offerta commerciale diversificata. Al contrario, sul lungomare Sant'Angelo si conferma la «mancanza di servizi essenziali, come bancomat e negozi, unita alla scarsa manutenzione delle infrastrutture».
Tutto questo rende quest’area meno competitiva rispetto ad altre destinazioni balneari. Secondo Piero Lucisano il problema è principalmente legato alla gestione pubblica, incapace di offrire una visione strategica per il rilancio del turismo locale. «Dove il privato non riesce a incidere, il pubblico ha l’obbligo di coordinare, educare e proporre» dichiara Lucisano. Il consigliere insiste sull'importanza di una programmazione a lungo termine che miri a trasformare Rossano in una meta turistica attrattiva, con una visione chiara del futuro del lungomare e delle aree limitrofe.
Prezzi e professionalità: un falso problema?
Un’altra critica mossa da alcuni cittadini e operatori del settore riguarda i costi percepiti come esagerati lungo la costa rossanese, così come la scarsa professionalità degli operatori turistici. Tuttavia, Lucisano si distacca da questa visione. «Non è un problema di prezzi» afferma, «chi sostiene che i costi siano elevati probabilmente non ha mai viaggiato. Ci sono servizi più costosi altrove, ma con un’offerta di qualità superiore». Secondo Lucisano, il vero problema non è legato ai costi, ma alla qualità dei servizi offerti. La mancanza di infrastrutture adeguate e di servizi essenziali rende difficile competere con altre località, anche a prezzi simili. «Se il nostro lungomare non ha un bancomat e manca di altri servizi fondamentali, è ovvio che la qualità dell’offerta turistica ne risente» sottolinea.
Il limbo del PSA e del piano spiaggia
Una possibile soluzione per il rilancio del turismo passa attraverso l'adozione del Piano Strutturale Associato (PSA) e del piano spiaggia, due strumenti che potrebbero dare una svolta al settore. Tuttavia, entrambi i piani sembrano essere bloccati in una fase di stallo burocratico. «Sul PSA siamo in un limbo» afferma Lucisano. «L’amministrazione comunale non ha ancora dato risposte chiare ai cittadini, e lo stesso vale per il piano spiaggia. Se ne parla da anni, ma ancora non si vedono risultati concreti». Questa situazione di incertezza non fa che aggravare le difficoltà economiche del territorio, già colpito da un immobilismo politico e burocratico che ha rallentato lo sviluppo di nuove infrastrutture e il potenziamento dell'offerta turistica. «Si vive alla giornata, sempre con promesse che non si concretizzano. La burocrazia e la mancanza di una visione politica chiara hanno portato a uno stallo che penalizza l’intera comunità» denuncia il consigliere.
La crisi economica e commerciale
Il declino del turismo ha avuto un impatto devastante anche sul tessuto commerciale della città. Via Nazionale, un tempo il cuore pulsante dello shopping rossanese, si trova oggi in uno stato di abbandono, con molte saracinesche abbassate e cartelli «affittasi» o «vendesi» ovunque. «Questa situazione riflette una crisi profonda che coinvolge l’intera economia cittadina» spiega Lucisano. «Non c'è una visione chiara di cosa si voglia fare a livello commerciale, e questo sta portando alla chiusura di molte attività». Lucisano propone una soluzione coraggiosa: rendere alcune zone della città completamente pedonali, come già avvenuto in altre città italiane. «Bisognerebbe avere il coraggio di pedonalizzare Via Nazionale, anche se potrebbe sembrare una scelta impopolare inizialmente. Guardiamo all’esempio di Corso Mazzini a Cosenza, che oggi è un vero centro commerciale all’aperto».
Un futuro incerto senza una visione chiara
Il turismo e l'economia rossanese sembrano quindi trovarsi a un bivio. Da un lato, c'è la consapevolezza che il declino turistico e commerciale non è solo il risultato di una crisi congiunturale, ma riflette problemi strutturali più profondi. Dall'altro, c'è la necessità di una visione strategica che sappia dare una direzione chiara allo sviluppo futuro della città. Come si esce da questa impasse? «Serve un cambiamento di mentalità, sia da parte della politica che della burocrazia» sostiene Lucisano. «Il pubblico deve essere in grado di facilitare gli investimenti privati, ma soprattutto deve avere una visione chiara di cosa vuole per il futuro di Rossano. Senza questa visione, continueremo a vivere nell’immobilismo, penalizzando ulteriormente il territorio». Il dibattito sul turismo a Corigliano Rossano rimane aperto, e sarà compito delle istituzioni locali dare risposte concrete, non solo per evitare il ripetersi di un altro flop turistico, ma per costruire un futuro sostenibile per l’economia della città.