Vasta attività di monitoraggio nel territorio avviata dall’ufficio Ambiente del Comune. Il fenomeno è marcato nell’area est della città, a rischio il funzionamento degli impianti di depurazione già sottodimensionati
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Avviate verifiche ambientali a tutto campo su tutto il territorio comunale di Corigliano-Rossano. Il capitolo riguarda la realizzazione di piscine private abusive in civili abitazioni e ville sparse tra i centri urbani e le periferie. Almeno 86 le piscine censite a Rossano e una decina a Corigliano. E di queste solo il 10% è regolarmente autorizzato, tutto il resto è stato realizzato in violazione alle norme urbanistiche.
La zona è stata monitorata dall’ufficio Ambiente del Comune di Corigliano-Rossano sotto il coordinamento del dirigente comunale d’intesa con l’assessore al ramo Damiano Viteritti. I rilievi sono stati effettuati con il sistema digitale aerofotogrammetrico della Regione Calabria che consente l’identificazione e la localizzazione, attraverso delle foto, dei siti che ospitano strutture abusive.
Non è da escludere che il fascicolo possa transitare nei prossimi giorni agli uffici del comando della polizia locale al fine di avviare le ispezioni formali interne a ogni singola residenza. Il problema non è solo di tipo edilizio (abusivismo), ma si caratterizza anche come fonte di inquinamento ambientale in relazione al funzionamento dei depuratori, già di per sé sottodimensionati rispetto agli sbalzi di popolazione estiva. La questione è stata ripresa nei giorni scorsi dal movimento Calabria pulita che parla di vera e propria emergenza ambientale.
Nel caso di specie, a risentire maggiormente del fenomeno è il depuratore di Seggio-Amica (area Rossano). «È il cloro delle acque di scarico abusivo delle numerose piscine presenti specie nell'area est di Rossano, a provocare maggiormente il sabotaggio sul corretto funzionamento della depurazione», dicono in una nota. «Non meno grave è quella della presenza di villaggi turistici i cui sistemi fognari fanno leva solo sul piccolo depuratore di "Amica"».
Da qui l’invito rivolto alle autorità competenti per una «coraggiosa e decisa opera di investigazione, catalogazione e repressione delle opere ambientali abusive praticate negli ultimi decenni con la complicità di poteri pubblici».