Alcuni esponenti della lista Articolo 101: «Nel provvedimento non c'è nulla di abnorme». Per il gruppo delle toghe di Autonomia&Indipendenza ci vuole «il rispetto dovuto all’adempimento della funzione giurisdizionale e la necessità che possa svolgersi in maniera libera e scevra da condizionamenti di qualsiasi genere»
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«Occorre richiamare tutti all’impegno per la massima tutela dell’indipendenza della giurisdizione e far sentire a coloro che quotidianamente la esercitano la vicinanza e il sostegno dell’Associazione, specialmente ai magistrati che operano in difficili realtà o in situazioni ambientali di particolare complessità e, in particolare, in questo caso, ai colleghi del Tribunale di Locri. Chiediamo, in tal senso, un immediato e forte intervento dell'Anm». Lo scrivono in una nota Giuliano Castiglia, Stefania Di Rienzo, Ida Moretti e Andrea Reale, esponenti della lista 'Articolo 101' nel direttivo dell'Anm.
Esprimono «piena solidarietà ai colleghi del tribunale di Locri, fatti bersaglio di inusitati e ingiustificabili attacchi soltanto per avere esercitato le loro funzioni: la semplice lettura dell’imputazione e del dispositivo della sentenza, da cui emerge che Domenico Lucano è stato ritenuto responsabile di oltre 20 gravi reati, dimostra facilmente che nel provvedimento non c’è nulla di abnorme».
Lucano, aggiungono le toghe di Articolo 101, «se non interverrà una sentenza definitiva di condanna, è da considerare innocente. Tuttavia, non ci possono essere santuari inattingibili dal controllo di legalità penale. L’indipendenza della giurisdizione, bene fondamentale dello stato di diritto, passa anche attraverso l’impegno di tutti per il rispetto delle decisioni, siano esse di assoluzione o di condanna, e della discrezionalità del giudice nella determinazione della pena. Il diritto di critica, anche e soprattutto rispetto all’esercizio delle pubbliche funzioni, come quella giudiziaria, è sacrosanto - conclude la nora - ma la critica non può prescindere dai fatti e dalla loro analisi. In questo caso, invece, sta accadendo proprio questo, in modo scomposto e sintomatico di totale refrattarietà verso l’indipendenza della giurisdizione».
Sull'argomento è intervenuto anche il gruppo delle toghe di Autonomia&Indipendenza, con un documento diffuso ieri: «Ad ogni sentenza seguono nell’immediatezza forti reazioni pubbliche. Se la sentenza è di assoluzione si attacca la magistratura inquirente, se di condanna si arriva a contestare l’entità del trattamento sanzionatorio».
I magistrati di A&I, ricordando di aver «già nei giorni scorsi avuto modo di rimarcare con forza la necessità di affermare, pur a fronte del diritto di critica legittimamente esercitabile, il rispetto dovuto all’adempimento della funzione giurisdizionale e la necessità che la stessa possa svolgersi in maniera libera e scevra da condizionamenti di qualsiasi genere», e rilevando «con riferimento alla sentenza sul caso Lucano, come non solo la stampa ma anche autorevoli esponenti del mondo politico manifestino ormai un sostanziale disprezzo di tale basilare principio giungendo a sostenere, in maniera scomposta e prima ancora di conoscere le motivazioni della pronuncia, che la magistratura, invece di assolvere alla propria funzione, la quale consiste nel doveroso vaglio delle responsabilità penali degli imputati, intenderebbe lanciare messaggi non meglio specificati, così implicitamente adombrandosi l’esercizio di una indebita attività di tipo latamente politico».
Ciò, sottolinea il Coordinamento di Autonomia&Indipendenza, «ovviamente non è mai stato, salvo che nella prospettiva di una parte del mondo politico, pronto, a turno e per mere finalità propagandistiche, ad aggredire qualunque pronuncia giurisdizionale non ritenuta consona ai propri interessi, screditando l’immagine della magistratura di fronte all’opinione pubblica».