Nel trentasettesimo anniversario della barbara uccisione per mano della ‘Ndrangheta del vice brigadiere dell’Arma dei Carabinieri Rosario Iozia, a Cittanova, sul luogo del delitto, avvenuto il località Petrara il 10 aprile 1987, si è tenuta dalle ore 10 di questa mattina una sentita cerimonia di commemorazione. A distanza di anni, l’omicidio del giovane venticinquenne, coraggioso servitore dello Stato, fa male e scuote le coscienze.

«Il Comune di Cittanova coltiva il valore della memoria di tutte le vittime innocenti delle mafie, nel solco di un impegno concreto e quotidiano contro ogni forma di prevaricazione». È quanto affermato dal sindaco di Cittanova Francesco Cosentino a margine della commemorazione, in cui è stata posta una corona d’alloro sulla stele di località Petrara. Presenti i familiari, il Comandante provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria e autorità civili e religiose.

Il sindaco ha ringraziato le forze dell’ordine per lo straordinario servizio reso al territorio e ha dimostrato vicinanza ai familiari del Vice Brigadiere Rosario Iozia «nella consapevolezza che la memoria del giovane carabiniere scomparso continua ad essere monito ed esempio per la Calabria nel percorso di riscatto collettivo dall’oppressione ‘ndranghetistica»

La storia del Vice Brigadiere Rosario Iozia

Rosario Iozia nato a Catania il 19 agosto 1962, inizia a prestare servizio nell'Arma dei Carabinieri fin da giovanissimo dall'età di 18 anni. Arriva in Calabria nel 1985 presso la stazione dei carabinieri di San Giorgio Morgeto (RC). Per le sue spiccate capacità viene nominato comandante della squadriglia carabinieri a Cittanova, dove si distingue in molteplici operazioni contro la criminalità organizzata, tra cui il rilascio di Angela Mittica, vittima di un sequestro durato ben 130 giorni. Proprio dopo la liberazione della ragazza, il 10 aprile 1987, il vicebrigadiere, a bordo di una Regata bianca, sta percorrendo la strada provinciale che da Cittanova porta a Polistena, per raggiungere la sua fidanzata.

Allorché, intravede camminare tra gli ulivi degli uomini armati. Ligio al dovere, scrupolosamente legato alla propria missione di vita, anche se fuori servizio, accosta l’automobile, e insegue a piedi i malviventi, tra cui era presente un latitante. I malavitosi, senza pensarci un attimo, gli sparano due colpi di fucile automatico calibro 12 caricato a pallettoni. Il giovane carabiniere tenta di difendersi esplodendo un colpo di pistola, ma viene colpito mortalmente, sacrificando se stesso in difesa della giustizia e delle Istituzioni. In seguito, Rosario Iozia, fulgido modello di legalità ed esempio per le future generazioni, fu insignito della Medaglia d'argento al valore militare.