VIDEO | La testimonianza del cugino: «In un anno e mezzo due incidenti. È troppo pericoloso viaggiare di giorno e di notte»
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Una domenica di luglio: il 28. La decisione di andare a mare con la moto e poi l'impatto tragico che non gli ha lasciato scampo. È spirato dopo un mese di coma farmacologico nel reparto di Rianimazione dell'ospedale Pugliese di Catanzaro, Antonio Rocca, 46enne di Simeri Crichi, rimasto coinvolto in un incidente stradale con un cinghiale. «È una situazIone veramente incresciosa perchè siamo attorniati da cinghiali» racconta Giorgio Zangari, cugino della vittima. «Il paese ha quattro strade comunicanti che raggiungono Simeri Crichi e su tutte sono presenti i cinghiali. Io sono fra quelli che ha avuto in incidente. Nell'arco di un anno e mezzo ho avuto due incidenti. Fortunatamente ero a bordo della macchina altrimenti sarebbe potuto succedere anche a me la tragedia che è successa a mio cugino».
Aveva svoltato nella curva Antonio e procedeva a bassa velocità, quando l'animale coperto di fango è apparso sulla strada impattando sul lato destro della moto. La corsa in ospedale con l'ambulanza e la speranza che si affievolisce dopo un mese di agonia: "Purtroppo non è stata una nostra decisione" aggiunge Emilio Rocca, nipote della vitima. «Noi abbiamo fatto di tutto e ci abbiamo speriamo fino all'ultimo, più di questo non abbiamo potuto fare».
Una vita di lavoro fuori dalla Calabria per Antonio Rocca, rientrato da poco per godersi la pensione nella sua città d'origine: Simeri Crichi: «È un pericolo per tutti noi - prosegue il nipote -. Deve essere preso un provvedimento veloce perchè non è possibile che una persona muoia per questo tipo di incidenti. Non si può morire per una cosa del genere. È indescrivibile. Dispiace perchè si devono prendere provvedimenti - aggiunge ancora il cugino -. Non si può più andare avanti così, è troppo pericoloso viaggiare sia di giorno che di sera».
Luana Costa