La Procura ipotizza che i detenuti abbiano utilizzato un telefonino funzionante e corredato da una sim clandestina
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Non c'è due senza tre. Ed ecco che arriva una nuova inchiesta sui cellulari utilizzati in carcere dai detenuti reclusi nella casa circondariale di Cosenza. Non è la prima volta infatti che la procura cittadina si concentra sul reato di accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti.
Nel caso in esame, gli inquirenti ipotizzano che gli indagati abbiano utilizzato un telefonino funzionante e corredato da una sim clandestina completo di batteria, ovvero un dispositivo idoneo a ricevere comunicazioni. Le chiamate erano indirizzate a fidanzate e conviventi.
Gli indagati sono Mirko Capizzano, Andrea D'Elia, Michele De Vuono, Enzo Bertocco, Davide Saccarinato e Vincenzo Naccarato. Nel collegio difensivo figurano gli avvocati Rocco Prestera, Maurizio Nucci, Matteo Cristiani e Fiorella Bozzarello.