Nella giornata di sabato scorso 13 novembre, la Squadra mobile della Questura di Catanzaro ha dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione della misura di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip presso il Tribunale di Catanzaro nei confronti di un 41enne di origini bengalesi, gravemente indiziato dei reati di maltrattamenti contro familiari e lesioni personali perpetrati ai danni della moglie e dei figli minorenni.

Il provvedimento cautelare scaturisce dagli approfondimenti investigativi svolti dalla Squadra mobile a seguito delle denunce sporte dalla donna a seguito degli ennesimi atti di violenza commessi dal marito convivente nei suoi confronti.

Le indagini

L’attività investigativa ha consentito di far emergere la condizione di sopraffazione morale e fisica che la donna era costretta a subire da parte del marito sin dagli inizi della convivenza matrimoniale in Bangladesh e protrattasi per tutto l’arco della coabitazione in Italia e che hanno reso l’esistenza della donna particolarmente dolorosa. Spesso la donna, per sfuggire alle violente aggressioni del marito, trovava rifugio presso l’abitazione di amici peraltro per via delle conseguenze delle predette aggressioni si è dovuta affidare alle cure dell’ospedale cittadino. 

Le violenze

Lui la picchiava selvaggiamente sempre per motivi futili o banali; la costringeva a subire quotidianamente vessazioni sia fisiche che morali e psicologiche; la limitava nella sua libertà personale non consentendole, ad esempio, di uscire di casa liberamente, sentire telefonicamente i propri parenti in Bangladesh, trovare un lavoro. La donna ha trovato il coraggio di denunciare solo a seguito di alcuni episodi di violenza commessi dal marito anche alla presenza dei figli minorenni, il più grande dei quali diverse volte si è visto costretto a difendere la madre dalle aggressioni del padre.

I riscontri esterni, unitamente al narrato, hanno consentito di ricostruire i vari atti delittuosi e le risultanze dell’attività investigativa hanno portato la Procura della Repubblica di Catanzaro a richiedere una misura restrittiva al Gip che accogliendo in pieno ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dell’indagato, che, conseguentemente è stato associato presso la casa circondariale di Catanzaro – Siano.