Si è concluso con il proscioglimento di tutti gli imputati il processo, durato più di cinque anni, che aveva per oggetto la presunta distrazione dei fondi di derivazione comunitaria, per un ammontare di oltre 46 milioni di euro, affidati dalla Regione alla società Fincalabra per la realizzazione delle finalità dell'ente e quindi caratterizzati da destinazione vincolata. A giudizio, per quei fatti, c’erano l'ex presidente della società, Luca Mannarino; l'ex consigliere di amministrazione Pio Turano, ed i dirigenti di Banca Widiba spa (gruppo Monte dei Paschi di Siena) Francesco Candelieri e Mario Galassini.
La contestazione mossa a carico del quartetto riguardava il presunto danno nei confronti di Fincalabra di circa un milione e ottocentomila euro, a seguito di quell’investimento fatto con banca Widiba di circa 46 milioni di euro. Alla fine, però, i giudici hanno accolto una questione difensiva sollevata dagli avvocati Carlo Corte, Carmine Curatolo, Angelo Nicotera e Federico Febbo, derubricando il reato di peculato in quello di “indebita destinazione di denaro o cose mobili”, il cosiddetto peculato per distrazione, di nuovo conio, sanzionato con una pena più mite.
Il Tribunale collegiale di Catanzaro, accogliendo la questione difensiva, ha ritenuto di applicare tale fattispecie, prosciogliendo tutti gli imputati e disponendo il dissequestro di tutti i beni sottoposti al vincolo ablatorio.