Da un milione e mezzo a 17 milioni e mezzo. Il disavanzo dell’azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro è cresciuta a dismisura assestandosi nello scorso anno alla cifra esorbitante di 17.377 milioni. Da una prima analisi affrontata nel piano di rientro varato di recente dall’azienda e finalizzato al contenimento della spesa, ormai fuori controllo, all’origine del buco in bilancio vi sarebbe un decremento della produzione e di converso un incremento dei costi di produzione.

In caduta gli introiti da prestazioni

Nel 2016 diminuiscono i contributi per un valore di -12%, diminuiscono le prestazioni di ricovero (-2,66%), le prestazioni ambulatoriali (-4,12%) e i ricavi per le prestazioni sanitarie intramoenia (-56,67%). Inoltre, si riduce la compartecipazione alla spesa per prestazioni sanitarie, il cosiddetto ticket. La prima battuta d’arresto avviene nel 2014 (-8,91%), per poi aumentare nel 2015 (5,10%) e, nuovamente, ridursi nel 2016 (-2,82%). L’andamento risulta però inverso per il ticket di specialistica ambulatoriale e per il ticket di pronto soccorso: se i ricavi provenienti dai primi diminuiscono per poi aumentare (da-10,08% nel 2014 a +7,79% nel 2015), quelli derivanti dal pronto soccorso aumentano per poi diminuire (da +15,13% nel 2014 a -37,96% nel 2015). Nel 2016, invece, entrambi i valori in questione subiscono un abbattimento, pari a -2,79% per i ticket della specialistica ambulatoriale e del -3,53% per i ticket di pronto soccorso.

In aumento le spese 

Se da un lato diminuiscono gli introiti derivanti dalle prestazioni erogate, dall’altro però aumentano i costi della produzione. Nel biennio 2015/16 si registra un progressivo incremento: pari al 4,04% nel 2015 con una lieve crescita nel 2016: 0.96%. Nel dettaglio, vi è un incremento, nel 2015, dei costi per acquisti di beni del 15,57% che ha registrato un leggero calo nel 2016: -3,44%. Sull’aumento dei costi per l’acquisto di beni incide maggiormente la spesa per beni sanitari. Per il 2016, vi è un decremento degli acquisti relativi a farmaci con e senza A.I.C., sangue ed emocomponenti, dispositivi medici in vitro, altri beni e prodotti sanitari e, contestualmente un nuovo aumento del costo di dispositivi medici, nello specifico gli impiantabili attivi. Riguardo all’acquisto di beni non sanitari, si registra, nel 2015, un generale decremento dei costi indirizzati ad esempio, a guardaroba e pulizia con il -32,56%; materiale per la manutenzione con il -69,70%, ad eccezione della voce generica altri beni e prodotti non sanitari per cui emerge un aumento pari al 70%. Nel 2016, pur mantenendosi invariato il costo totale per beni non sanitari rispetto all’anno precedente, si rileva che la spesa relativa a “guardaroba e pulizia”, “combustibili”, “supporti informatici e di cancelleria”, “materiale per la manutenzione” aumenta, diversamente dal 2015, mentre diminuisce il valore della voce “Altri beni e prodotti non sanitari” (-40,34%).

 

Luana Costa