«Alziamo le mani, ci siamo arresi». È un grido misto di dolore, sconcerto e preoccupazione quello che arriva dai ristoratori ed alcuni commercianti di Castrovillari che si sono ritrovati, poco dopo le 23, in piazza municipio. Il tam tam attraverso i canali social subito dopo aver ascoltato in televisione le nuove decisioni del governo che consegnano la Calabria in zona rossa. Da lì la rabbia e la volontà di far sentire subito, a caldo, la propria contrarietà al provvedimento del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

«Consegniamo le chiavi delle nostre attività»

«Non ce la facciamo più - dice Marco Russo proprietario de La Carnezzeria, aperta da pochi giorni in città - Non sappiamo più cosa fare dopo questo decreto. Una volta consegnavano le chiavi ed ora siamo qui per fare lo stesso. Non sappiamo più che fare delle chiavi delle nostre attività. Ci chiudono, ci aprono. Ma la volete smettere - dice riferendosi alla politica che decide le sorti della Regione - siamo nel baratro». Gli fa eco Pasquale Pace, ristoratore e titolare de "Il Cavaliere", «siamo molto arrabbiati per questo nuovo Dpcm». Prima c'era la «frustrazione e la preoccupazione per le nostre attività e le nostre famiglie» ora lo sconcerto per essere stati classificati in zona rossa. «Non ci sembra giusto» afferma mentre i suoi colleghi continuano a discutere delle differenze con regioni del nord italia con molti più contagi rispetto alla Calabria.

Cresce la rabbia e lo sconcerto degli esercenti che, dopo la chiusura anticipata delle 18.00 prevista nel precedente Dpcm ora si vedono costretti alla chiusura totale delle attività. «Vengono penalizzati sempre i soliti settori» - afferma Maria Forzino de Il Mulino - che non si capacita di come mai «altre regioni con forti contagi sono in fascia gialla. Ci stanno negando di nuovo la libertà con questo Dpcm senza un nesso logico e con tanti controsensi».