Tra i compiti che svolge c'è anche la fornitura di farmaci salvavita agli ammalati. Il servizio riguarda una popolazione di 90mila abitanti ed è garantito solo tre giorni a settimana
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Un servizio che copre un bacino utenti di 90mila abitanti con un solo farmacista e due collaboratori. La farmacia territoriale è una tra le tante articolazioni del servizio sanitario presente a Castrovillari. Il comitato per la sanità pubblica chiede ai vertici della sanità regionale e provinciale di poterla potenziare. Il servizio che svolge, tra quali la fornitura di farmaci salvavita agli ammalati, assolvendo anche a funzioni burocratiche come timbrare i piani terapeutici, è assicurato solo nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9 alle 12.
«Se si pensa che il bacino di utenza copre un ampio territorio, si capisce come i cittadini dei paesi limitrofi siano i più penalizzati da questa organizzazione» scrivono i referenti del comitato. Questo stato di cose finisce per essere «vessatorio per gli utenti, che devono sobbarcarsi ad ulteriori file di attesa, oltre a quelle per le visite specialistiche e/o ambulatoriali e presso il medico di famiglia, file ancora più lunghe in questi tempi di epidemia, ma è vessatorio e stressante anche per i lavoratori, in particolare per la farmacista, che è la responsabile del servizio. Nel nostro sistema sanitario, infatti, l’inefficienza si coniuga sempre più con un lavoro stressante e massacrante di una parte del personale sanitario e parasanitario».
Da qui la richiesta del comitato al neo commissario regionale Guido Longo ed al nuovo commissario dell’Asp di Cosenza Vincenzo Laregina affinché «il personale medico e paramedico della farmacia distrettuale di Castrovillari sia aumentato e la farmacia resti aperta tutti i giorni feriali, con rientri pomeridiani nei giorni di martedì e giovedì, pur essendo convinti che la vera soluzione si otterrà solamente con una più capillare distribuzione sul territorio di sedi deputate a dare risposte a queste problematiche». Appello rilanciato anche ai sindaci del territorio perché si adoperino «per la piena funzionalità della struttura e per la tutela delle condizioni di lavoro degli addetti».