VIDEO | Più di 15mila pasti offerti durante lo scorso anno dalle mani operose dei volontari e dei benefattori che sorregono l'opera, quasi venti ragazze accolte insieme ad alcuni minori
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Nato con il vangelo in mano il servizio caritativo offerto da Casa Betania è uno dei più longevi nella città di Castrovillari. Nel 2002 dall’iniziativa di un gruppo di persone di buona volontà, desiderose di attuare il messaggio cristiano che invita ad occuparsi, in spirito di servizio e con cuore fraterno, di ogni bisognoso che si trovi in situazioni difficili, è nata una delle realtà più importanti della città del Pollino che in poco tempo è diventata una porta sempre aperta ai bisogni dei più deboli.
«Avevamo soltanto il desiderio di accogliere chi era in difficoltà» racconta Mirella Stabile, presidente dell'associazione e fondatrice di Casa Betania, che fin dalla sua nascita è stata sostenuta dalla preghiera e la vicinanza spirituale di padre Adolfo Della Torre, frate francescano conventuale scomparso da qualche anno. Da allora in Via De Cardona, nel centro della città, la provvidenza muove le fila del servizio quotidiano che decine di volontari da quasi vent'anni offrono per chiunque bussi alla porta della mensa.
«Ho inziato perchè ha iniziato mia figlia - dice Rosa Oliveto, una volontaria, mamma e casalinga che spende il suo tempo tra le mura del centro di solidarietà castrovillarese - Poi lei mi ha coinvolto in questa avventura e da allora il cuore ha preso il sopravvento».
Servire chiunque abbia bisogno
Più di 15mila pasti offerti durante lo scorso anno dalle mani operose dei volontari e dei benefattori che sorregono l'opera, quasi venti ragazze accolte insieme ad alcuni minori. Un'azione di solidarietà animata dallo spirito evangelico che non si è fermata nell'anno della pandemia.
«Quello che hai fatto ai più piccoli di me lo hai fatto a me - racconta Rosalinda Corigliano una delle sessanta volontarie - Quindi portiamo questo avanti la legge del Signore, i comandamenti che ci ha lasciato». Ad aprile non potendo più servire a tavola il classico pasto quotidiano per gli indigenti «abbiamo fatto il cibo da asporto» ricorda la presidente Stabile.
Al posto dei pasti che non è più possibile fornire a causa delle restrizioni anticovid, si offrono buste di viveri o buoni spesa per le famiglie in difficoltà.
Sorretti dalla provvidenza
Ma l'azione di vicinanza e sostegno ai poveri non si ferma al semplice pasto: «oltre all'aiuto di viveri aiutiamo molto con bollette, acquisto di bombole, medicinali, fitti arretrati, sostenendo famiglie che hanno perso il lavoro e stiamo cercando di conoscere quelle famiglie che non sono mai andate a chiedere ma che oggi hanno veramente bisogno».
«Sappiamo che siamo un punto di riferimento, piccolo molto piccolo ma ci siamo» raccontano le volontarie. Perchè la regola è che nessuno di coloro che chiedono aiuto, vada via a mani vuote.
«Chiunque bussa da noi ed ha effettivo bisogno troverà una risposta - conclude Mirella Stabile - piccola o grande che sia questo non lo sappiamo, dipende da quello che la provvidenza ci manderà».