Il sindacalista: «Non devo giustificare le mie parole e i miei incontri». Ma LaC News24 ha semplicemente esercitato il diritto di cronaca
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Riguardo all’articolo apparso oggi su LaCnews24.it. e “Appalti Anas, l’intercettazione integrale tra Cavallaro e i Verdini. L’ex senatore Denis: «Il sindacalista vuole collaborare con noi»” e al collaterale articolo apparso su il Vibonese “Inchiesta Anas, ecco l’intercettazione integrale tra il leader della Cisal Cavallaro e i Verdini”, arriva la replica del segretario nazionale della Cisal Francesco Cavallaro. Cavallaro sottolinea «che nell’ordinanza emessa nell’indagine relativa agli appalti Anas non esiste il mio nome» e rileva «che la mia conversazione con Verdini non ha avuto nulla di “sibillino” e, soprattutto, non ha avuto - e non ha - alcuna importanza nell’indagine della Procura di Roma, con la conseguenza che per tale conversazione vale il divieto di pubblicazione recentemente introdotto dal legislatore». Precisa, inoltre, di non dover giustificare la sue parole e i suoi incontri e di non permettere «ad un giornalista di fare riferimenti capziosi per farmi apparire, falsamente, come parte di un “sistema”».
Precisiamo che la scelta di pubblicare integralmente la conversazione tra Cavallaro e i Verdini (Tommaso e Denis) è legata proprio alla volontà di evitare riferimenti a parti estrapolate che avrebbero potuto apparire capziosi. Nel servizio e nella titolazione abbiamo evidenziato che il segretario della Cisal è estraneo all’inchiesta e non indagato. Sono gli investigatori a ritenere «importante» la conversazione finita nei brogliacci, conversazione della quale abbiamo dato conto per diritto di cronaca. Infine, riguardo al riferimento alla legge bavaglio e ai divieti di pubblicazione degli atti giudiziari, il dibattito – per quanto l’esito possa apparire scontato – è ancora in corso.