«Non bastava la cronica carenza dei poliziotti penitenziari, meno 30 unità. Ora ci si è messo anche il problema dei detenuti psichiatrici che ormai nel carcere di Paola ha superato il limite del tollerabile, per giunta allocati nelle sezioni comuni. Di fronte a questa ennesima grave problematica ben poco si può fare poiché dal primo gennaio 2025, andrà a mancare la figura dello specialista psichiatra, il quale ha già rassegnato le dimissioni». Lo denuncia il Sindacato autonomo polizia penitenziaria, per voce del segretario locale Gerardo Coscarella.

«Ormai, ogni giorno che passa il numero di detenuti affetti da gravi patologie psichiatriche aumenta sempre di più, mettendo a repentaglio la sicurezza del penitenziario e dei lavoratori. Le continue aggressioni ai poliziotti penitenziari lasciati soli ad affrontare questa ennesima emergenza senza alcun strumento, gli innumerevoli atti di autolesionismo o di aggressività, stanno ad indicare che la situazione è pronta ad esplodere», prosegue il sindacalista.

«Come non ricordare quanto accaduto lo scorso 28 dicembre? Ben 6 agenti per colpa di tre detenuti, che hanno incendiato le rispettive celle, sono rimasti intossicati». I poliziotti hanno fatto ricorso a cure ospedaliere.  Il sindacato descrive un clima di tensione con gli agenti preoccupati di lavorare in condizioni così dure: «Queste persone, oltre alla violenza, alle pretese incredibili, sputano, appiccano fuoco, devastano stanze. Ormai – aggiunge il sindacalista - è un viavai continuo dal carcere agli ospedali per sottoporre tali detenuti al “tso” e visite urgenti psichiatriche, salvo poi rientrare in carcere. Il Sappe chiede agli uffici ministeriali che venga fatta con urgenza una verifica sulla presenza nella Casa Circondariale di Paola di detenuti affetti da patologie psichiatriche al fine di costringere la stessa Amministrazione Penitenziaria, a porre in essere tutte le misure necessarie atte a contenere questo preoccupante e drammatico fenomeno».

«La situazione penitenziaria è sempre più critica – commenta il segretario generale del Sappe, Donato Capece - sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali psichiatrici giudiziari dove ospitare i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. Ma servono anche più tecnologia e più investimenti. La situazione resta allarmante anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose».

Il sindacalista torna a sollecitare provvedimenti urgenti «per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta».