Il delegato nazionale dell'Asppe confederata con Consipe Luigi Barbera e il segretario generale Claudio Marcangeli hanno espresso solidarietà per per il poliziotto e rimarcato l'emergenza del «sovraffollamento e della carenza di personale»
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Ieri pomeriggio l'ennesima aggressione ai danni di un poliziotto penitenziario al carcere di Arghilla di Reggio Calabria da parte di un detenuto calabrese che ha costretto il malcapitato poliziotto a ricorrere alle cure ospedaliere con prognosi di 15 giorni, la quarta in dieci giorni. A comunicarolo attraverso una nota il sindacato Asppe: «Purtroppo sovraffollamento carcerario e carenza di personale di Polizia Penitenziaria scemano la sicurezza del carcere di Arghillà. Per il delegato nazionale della sigla confederata con Consipe Luigi Barbera «in queste condizioni non si può più lavorare, non è più accettabile subire quotidianamente aggressioni che spesso determinano anche conseguenze psicologiche ai danni dell'aggredito vittima del dovere, poiché ogni volta che viene aggredito un poliziotto penitenziario è uno schiaffo allo Stato».
«Pertanto come Organizzazione sindacale – continua Barbera - ci stiamo attivando affinché l'attuale Governo da sempre vicino alle Forze dell'Ordine dia un segnale forte e chiaro a tutti coloro che si rendono autori di aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria».
Per il segretario generale Claudio Marcangeli: «Molte aggressioni sono determinate da detenuti psichiatrici ed extracomunitari che destabilizzano l'ordine e la sicurezza all'interno degli istituti penitenziari del Territorio, sarebbe opportuno e doveroso adottare provvedimenti concreti e tangibili nei confronti di questi soggetti che potrebbero espiare la propria pena altrove, i psichiatrici in strutture idonee con trattamenti medici appropriati e gli extracomunitari nei loro territori ed allontanati definitivamente dall'Italia qualora si rendono autori di reati».
Infine i due sindacalisti augurano una pronta guarigione e solidarietà agli agenti aggrediti.