Pur di tenere aperto il cimitero, la giunta comunale di Taurianova – sindaco in testa – ha formato ronde antiassembramento e, con l’aiuto di altri volontari, ha disciplinato gli ingressi nel camposanto. Eppure, la cittadina della Piana di Gioia Tauro è una delle 7 zone arancione della Calabria. Scuole di ogni ordine e grado chiuse, coprifuoco dalle 21, eppure l’amministrazione leghista non ha voluto negare ai cittadini la visita al caro estinto. «Avevamo previsto questa organizzazione prima dell’ordinanza regionale – spiega l’assessore Simona Monteleone mentre con il termoscanner misura la temperatura a chi entra – e abbiamo deciso di non fermarci, potenziando semmai la sicurezza con ingressi contingentati e una vigilanza cvostante».

A pochi km, però, si trovano altre 2 zone arancione dove i sindaci si sono determinati in senso opposto. «Anoia ha poco più di 2.000 abitanti e 21 soggetti positivi – rivela il sindaco Alessandro De Marzo – mi è dispiaciuto tenere chiuso il cimitero, ma per noi conta di più l’abbattimento di ogni rischio per salvaguardare la salute pubblica». A Rosarno, terza zona arancione in questo terriotrio, a chiudere il cimitero ci avevano pensato prima dell’ordinanza Spirlì, e il sindaco Idà ha fatto – successivamente – un proprio atto ancora più restrittivo: dalle 18 piazze chiuse e nella domenica di Ognisanti si vede una pattuglia di carabinieri allontanare la gente. In realtà, se la via nazionale verso il secondo confinamento è segnata dall’impreparazione, in Calabria, ancora di più, il gradualismo delle chiusure non sta portando a situazioni ordinate.

«Zona arancione ? – si chiede un cittadino di Taurianova incontrato in piazza – significa mantenere le distanze». Risposta che rivela anche un certo grado di disinformazione, che nel paese amministrato da un mese a questa parte dalla Lega porta con sé anche una polemica curiosa. «Continuo a ritenere esagerata la misura decisa dalla regione – è la contestazione del sindaco Roy Biasi – perché in città la situazione era ed è sotto controllo: abbiamo un contagio ben delimitato nelle frazioni, una trentina di positivi in tutto». Il primo cittadino evita la contrapposizione ufficiale con il presidente ff Spirlì, concittadino e compagno di partito – si limita a rimarcare di essere «ideologicamente contrario alle restrizioni» - ma nel momento esatto in cui butta acqua sul fuoco e definisce «riuscita» l’organizzazione delle ronde nel cimitero, il Comune dirama un comunicato per dare la notizia di 3 positivi in più, tra i quali un consigliere comunale di maggioranza.