VIDEO | La stessa misura anche nei confronti del suo vice Rocco Giannicola. Entrambi i professionisti sono accusati anche di falsità materiale e ideologica, abuso d’ufficio e truffa
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Il Gip del Tribunale di Reggio Calabria, Caterina Catalano, accogliendo la richiesta della Procura della Repubblica, diretta da Giovanni Bombardieri, ha sospeso per dodici mesi dall’incarico di primario della Divisione complessa di oncologia del Grande ospedale metropolitano, Pierpaolo Correale. Il provvedimento, inoltre, è stato esteso anche all’aiuto del reparto, Rocco Giannicola.
L’intervento della magistratura è maturato a conclusione di una lunga attività di indagine del Nas di Reggio Calabria dei mesi scorsi, denominata ‘Narciso’, condensata in circa ottocento pagine e mirata a chiarire la gestione del reparto di Oncologia del più grande ospedale della Calabria. I reati contestati a Correale e Giannicola riguardano la somministrazione di farmaci guasti, falsità materiale e ideologica, abuso d’ufficio e truffa.
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L’indagine, dove sono inoltre indagate altre sette persone, ha preso avvio dalla denuncia di un dirigente medico che aveva rilevato delle anomalie sul diario clinico di un paziente oncologico. Nelle ottocento pagine sottoscritte dal Nas e dall’Ufficio di Procura, sono state riversate intercettazioni telefoniche e ambientali, «una complessa attività peritale, sequestro e analisi di oltre 300 cartelle cliniche, e sommarie informazioni testimoniali, si è accertato che i due sottoposti somministravano, tra il 2017 ed il 2018, a 13 pazienti affetti da neoplasie farmaci nell’ambito di terapie e protocolli sperimentali in assenza di autorizzazione o per patologie diverse da quelle previste nelle linee guida e senza un adeguato consenso degli stessi pazienti».
In concorso con la direttrice ed il responsabile dell’Unità Farmaci Antiblastici della Farmacia ospedaliera del Gom, attestavano nel Registro Aifa predisposto per i “farmaci innovativi”, dosaggi superiori del farmaco Nivolumab rispetto a quelli realmente somministrati ai pazienti e patologie differenti da quelle reali, al fine di ottenere a spese dell’Erario, quantitativi maggiori del predetto farmaco poi dispensati a pazienti privi dei requisiti richiesti per la rimborsabilità del farmaco.
Correale e Giannicola, secondo l’inchiesta, «realizzavano le condotte di cui sopra per al fine di divulgare i risultati delle prassi cliniche da loro portate avanti tramite pubblicazioni scientifiche, così da accrescere la loro reputazione professionale per attrarre società farmaceutiche ed organizzatori di convegni».
I carabinieri del Nas, ancora, hanno riscontrato una truffa di cinquemila euro ai danni dell’azienda farmaceutica Pfizer, «che avrebbero posto in essere il Primario in concorso con altro dirigente medico, una psicologa ed il presidente di una ONLUS, in quanto veniva finanziato un progetto per il sostegno psicologico ai malati oncologici, di fatto mai posto in essere».
Il giudice del Lavoro del Tribunale di Reggio Calabria, infine, aveva respinto un ricorso il mese di ottobre scorso di Pierpaolo Correale avverso la decisione del Commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera, Gianluigi Scaffidi, di non rinnovargli l’incarico di primario della divisione di Oncologia del Grande Ospedale Metropolitano cittadino.