VIDEO | L'apri e chiudi continuo rende il lavoro difficile ma non spezza gli entusiasmi dei gestori delle attività
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Primo giorno di zona gialla in allerta arancione a Lamezia Terme, ma la voglia di approfittare dell’allentamento delle restrizioni del governo si fa sentire. Già dalla mattina bar e locali sul corso, nonostante la pioggia incessante e il cielo plumbeo, erano quasi pieni.
E se i dpcm stanno soffocando, e non poco, la vita sociale dei clienti, i titolari stanno faticando molto di più tra perdite economiche e adeguamenti continui. Difficile programmare spese e costi, passare in molti casi dagli orari serali a quelli diurni. Un continuo rinnovamento a cui si è costretti a fare il callo. Come ci spiega Massimiliano Arzente, titolare del Proud Mary: «Riaprire e chiudere continuamente ci porta anche nel programmare la spesa e nella gestione degli alimenti. Ma speriamo adesso sia la volta buona».
Anche sui ristori gli esercenti hanno molto da dire, pochi e mal gestiti. Quindici i giorni di tempo del dpcm, due settimane di ossigeno per chi potrà riprendere a lavorare, ma anche da vivere sul filo del rasoio perché diverse sono le regole da rispettare. Non ci sono soltanto gli orari che includono la possibilità di rimanere aperti al pubblico fino alle 18 e dopo con asporto o domicilio, ma anche vincoli sulla gestione dei clienti: massimo quattro non conviventi allo stesso tavolo, distanziamenti e mascherine quando non si consuma con obbligo del titolare di vigilare.
Nel periodo di natale proprio il Proud Mary beccò una sanzione per cinque persone ad un tavolo, poi la chiusura del locale. Il tutto in un periodo di magra. Da qui l’invito ad una collaborazione e ad un senso di responsabilità reciproco, ne va della salute ma anche degli spazi di svago e di lavoro di tutti.