Poche chiamate dei clienti per chiedere informazioni. Ristoratori pronti a garantire sicurezza e qualità.
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C’è grande voglia di ripartire, di riprendere la normalità di un lavoro quotidiano che con l’asporto era sempre sacrificato da logiche che poco «hanno a che vedere con la ristorazione».
Ma c’è l’incognita di chi varcherà la porta dei ristoranti. Mentre la domenica assolata ha spinto i primi consumatori a godersi i tavoli all’aperto dei bar che hanno offerto il servizio al tavolo, per i ristoratori questa prima domenica di lavoro, consentita dal passaggio alla zona gialla, sarà davvero un terno a lotto.
La scommessa della ripartenza sarà da giocarsi sul lungo periodo. Per oggi non si attendono grandi numeri anche se «qualche telefonata per richiedere informazioni è arrivata» - confessano alcuni chef – ma ancora nessuna prenotazione. Però tutti aspettano i clienti e sperano che questa ennesima ripartenza per il settore dia l’energia giusta per guardare al futuro in maniera definitiva, consolidando i fatturati e assestando il ritorno ad una normalità che si spera di assaporare concretamente nella prossima primavera.
Il lavoro di questa estate sopra ogni aspettativa si era bruscamente interrotto con le restrizioni degli ultimi Dpcm ma ora è l’incertezza che regna sovrana, tra bollette che continuano ad arrivare a fiaccare una resa economica già duramente segnata dai mesi di stop.
Pronti ad accogliere con responsabilità e sicurezza
La parola chiave è la sicurezza. Già sperimentata con l’adeguamento dei locali agli spazi e alle regole dei primi Dpcm, che hanno consentito il ritorno al lavoro, ora la responsabilità è la parola determinante di questa nuova fase.
«Abbiamo scelto di aprire e questa prima settimana sperimenteremo la risposta dei nostri clienti, altrimenti sceglieremo di aprire solo su prenotazione» confessa Daniela Morrone de La Locanda di Alia, storico locale della ristorazione castrovillarese. Si augura di vedere qualcuno entrare dalla porta del locale invece il giovane chef Andrea Diodati del ristorante Origini nella città del Pollino.
«Le persone chiamano per chiedere informazioni, c’è voglia ed interesse di tornare a sedersi alla nostra tavola» - aggiunge – ma per questa prima domenica ancora nessuna prenotazione, mentre qualche tavolo è già stato richiesto per la giornata di domani, lunedì, che coincide anche con il ritorno al lavoro di qualche professionista che in precedenza godeva della pausa pranzo tra le mura del suo locale. «Speriamo di iniziare a fare il nostro lavoro – dichiara – perché quello fatto fino ad ora non era ristorazione ma un arrampicarsi per trovare una soluzione ad un momento difficile».
Ma il problema resta l’orario di apertura che mancante della possibilità di aprire a cena «ci farà perdere più del 60% del nostro lavoro». Ma l’idea è quella di trovare un format più easy nella proposta del menù cercando di affrontare il momento senza snaturare il concept del locale.
Non ci aspettiamo una riapertura col botto
Resta con i piedi per terra anche l’ostessa Catia Corbelli dell’osteria del Vicolo nel cuore del centro storico di Mormanno, pronta ad accogliere con il suo immancabile sorriso gli avventori che oggi decideranno di sedersi alla tavola del locale di famiglia, gestito insieme al marito Francesco Armentano.
In questo periodo era stato potenziato l’asporto confermando il gusto e la qualità dei piatti da sempre presenti nel menù radicato sulle eccellenze gastronomiche del territorio, primo fra tutti la Lenticchia di Mormanno. Non nasconde però i timori di una riapertura che «non ci aspettiamo con il botto».
Ma la voglia di ricominciare e farlo a pieno ritmo c'è ed anche tanta, garantendo sicurezza per i clienti e l'accoglienza calorosa di sempre. Ha scelto invece di non aprire e di attende qualche settimana Francesco Genovese, chef e patron di Tryphè, tappa gourmet a Spezzano Albanese, che spera di tornare a proporre la sua cucina di qualità magari per il pranzo di Natale, per il quale ha già avuto qualche telefonata di richiesta.