Secondo i dati Ispra solo l’Emilia Romagna ha più superficie esposta. La rimodulazione del Pnrr voluta dal governo Meloni ha dirottato 1,3 miliardi di euro verso altri territori. Senese (Uil): «Qui esiste anche un commissario apposito ma soltanto il 2% degli interventi programmati è stato concluso»
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
La rimodulazione del Pnrr voluta dal governo Meloni rischia di produrre conseguenze negative in termini di contrasto al dissesto idrogeologico in Calabria. A gennaio scorso l'esecutivo è riuscito nell'intento di svuotare l'intero investimento, pari a 1.287 milioni di euro, che tre anni fa era stato inserito come intervento prioritario per tutte le regioni nel Pnrr. Le risorse liberate sono state destinate ad un nuovo investimento relativo alla ricostruzione dei territori alluvionati di Emilia-Romagna, Toscana e Marche. La Calabria, tuttavia rappresenta uno dei territori italiani più vulnerabili dal punto di vista idrogeologico, in un contesto di cambiamenti climatici che aggravano la frequenza di eventi meteorologici estremi.
Complessivamente le risorse del Pnrr stanziate per il monitoraggio del rischio idrogeologico in Calabria ammontano a 500 milioni di euro, una cifra irrisoria secondo la Uil Calabria, ma che comunque deve essere spesa in prevenzione. Eppure i dati Ispra 2024, che collocano la regione al secondo posto a livello nazionale per rischio alluvioni, richiederebbero maggiore attenzione da parte del governo centrale. Al primo posto c'è l’Emilia-Romagna con il 45,6% di superficie a rischio allagamento, seguita da Calabria (17,2%), Friuli- Venezia Giulia (14,6%) e, infine, Veneto (13,3%). Guardando alla cronaca più recente, l'alluvione del 21 ottobre 2024 che si è abbattuta sulla provincia di Catanzaro non ha causato vittime ma ha generato danni, in particolare per le aziende agricole e florovivaistiche, stimati dalla giunta regionale in 25 milioni di euro. Va ricordata, inoltre, l'alluvione del 6 novembre 2020 dove, purtroppo, persero la vita 3 persone tra cui 2 bambini. Ma sono innumerevoli gli episodi tragici che si sono verificati dal Pollino allo Stretto negli ultimi anni.
I fondi nazionali
Non c'è solo il Pnrr. Le risorse a disposizione per la Calabria sono contemplate nella legge di bilancio 2023 che per la prevenzione e la mitigazione del rischio idrogeologico e idraulico dispone l'assegnazione in favore della Cittadella di 440 milioni di euro (50 milioni di euro per l'anno 2023, 100 milioni per il 2024, 170 milioni per il 2025 e 120 milioni per il 2026) a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027, per sostenere gli interventi per spese in conto capitale della regione. Successivamente è stata prevista una rimodulazione delle risorse assegnate, aumentando la dotazione per il 2024 da 100 milioni a 135 milioni di euro con conseguente riduzione da 170 milioni a 135 milioni di euro delle risorse assegnate per il 2025.
L'avanzamento della spesa in Calabria
L'allarme è stato lanciato qualche settimana fa dalla segretaria generale della Uil Marielena Senese che ha ricordato che «la Calabria ha un commissario per il contrasto al dissesto idrogeologico. Una struttura commissariale, però, che non è ancora riuscita - ha rilevato - a dispiegare effetti positivi sul territorio e gli eventi catastrofici nel lametino sono il segnale concreto di quanto stiamo sostenendo». E ancora: «Spulciando il cruscotto del sito governativo Opencoesione - ha evidenziato Senese -, infatti, possiamo capire che solo il 2% dei progetti in capo alla struttura commissariale, alla quale sono stati destinati oltre 500 milioni di euro, sono stati conclusi a fronte del 95% di quelli che sono ancora in corso. Ritardi che non possono essere accettati».
La struttura commissariale con a capo il presidente Occhiuto e come soggetto attuatore Giuseppe Nardi, lo scorso gennaio, ha presentato la relazione sullo stato di attuazione dell’attività nel 2024 in raffronto anche alle altre annualità precedenti. La relazione specifica che «la Struttura commissariale ha notevolmente incrementato la spesa complessiva rispetto all’annualità scorsa con un + 9 milioni nel 2024 (da 26,4 milioni a 35,5 milioni) nonché rispetto al triennio che precede l’insediamento dell’attuale Amministrazione con un + 148% nel 2022/2024 (da 35,8 milioni a 88 milioni)». Un bilancio positivo – si legge nella relazione – «possibile anche grazie ad una puntuale assistenza specialistica frutto di due accordi convenzionali sottoscritti dal Soggetto attuatore con Sogesid spa ed Invitalia spa e di un proficuo utilizzo del personale ex art 17 octies, comma 4, Legge 113/2021. A tal proposito si evidenzia che, in virtù dei poteri commissariali di deroga, è stata garantita celerità nella fase di approvazione dei progetti superando le criticità legate alle diverse fasi autorizzatone ed endoprocedimentali».
Le priorità
Al di là dei tecnicismi di parte, sono necessari interventi strutturali per mitigare il rischio alluvioni che in Calabria interessa una platea di 280mila abitanti, mentre secondo i dati della piattaforma IdroGeo dell’ISPRA, sono 64.962 i calabresi esposti a frane. A livello regionale, la mancata esecuzione di interventi preventivi e la scarsa manutenzione sono fattori che aggravano il dissesto. Le alluvioni in particolare non solo minacciano i residenti, ma anche circa 15.000 imprese e 830 beni culturali.