La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza del Tribunale del Riesame di Reggio Calabria che aveva dichiarato inammissibili le richieste di riesame presentate da Attilio Pellegrino, in qualità di indagato e legale rappresentante della "Calabra Maceri e Servizi S.p.A.", nonché dalla "Finpa S.r.l.". Il provvedimento riguarda il sequestro preventivo disposto nell’ambito di un’inchiesta su un presunto traffico illecito di rifiuti.

Calabra Maceri: accuse e contesto

L’indagine vede Attilio Pellegrino accusato di reati ambientali ai sensi dell’articolo 452-quaterdecies del codice penale. Secondo gli inquirenti, la "Calabra Maceri e Servizi S.p.A." avrebbe ricevuto e trattato rifiuti cartacei provenienti da imprese legate ai fratelli Rosario e Salvatore Rotolo, operanti nel settore della raccolta e rivendita di materiali. L’attività, secondo la procura, si sarebbe svolta dal 2013 senza la documentazione prevista, con i rifiuti trattati come merce comune invece che come rifiuti soggetti a specifiche normative.
A seguito delle indagini, il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria aveva disposto il sequestro preventivo dell’intero patrimonio aziendale della "Calabra Maceri e Servizi S.p.A.", incluse le quote sociali detenute per il 32,8% dalla "Finpa S.r.l.". Le richieste di riesame avanzate da Pellegrino e dalla "Finpa S.r.l." erano state dichiarate inammissibili, decisione ora ribaltata dalla Cassazione.

Le motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, evidenziando che l’istanza di riesame non poteva essere dichiarata inammissibile in modo automatico.

In particolare, i giudici hanno sottolineato che il provvedimento di sequestro non indicava esplicitamente la "Calabra Maceri e Servizi S.p.A" tra i soggetti formalmente sottoposti a procedimento, né risultava che la società fosse stata notificata della pendenza di un’indagine ex D.Lgs. 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti.

Secondo consolidata giurisprudenza, un ente può agire come "terzo" nel procedimento di riesame per contestare il sequestro dei propri beni se non è stato ufficialmente informato della propria posizione nell’inchiesta.

La mancata comunicazione all’ente dell’indagine in corso avrebbe impedito di attivare una difesa consapevole e strutturata, ledendo il diritto di difesa.

Analogamente, per quanto riguarda la "Finpa S.r.l.", la Cassazione ha ritenuto insufficiente la motivazione con cui il Riesame di Reggio Calabria aveva rigettato il riesame, sostenendo che le quote della "Calabra Maceri e Servizi S.p.A." fossero nella disponibilità personale di Pellegrino piuttosto che della società stessa.

La decisione della Suprema Corte

In base a queste considerazioni, la Cassazione ha annullato l’ordinanza impugnata, disponendo un nuovo esame del caso da parte del Riesame di Reggio Calabria. Il giudice del rinvio dovrà ora valutare nel merito la legittimità del sequestro, analizzando i profili relativi alla sussistenza del reato contestato, alla necessità della misura cautelare e al rispetto del principio di proporzionalità. Attilio Pellegrino è difeso dall'avvocato Marcello Manna.