Massoneria, Stefano Bisi: «Le logge in Italia sono un antidoto alla criminalità organizzata»

VIDEO| Lo ha detto durante il raduno delle logge calabresi di Decollatura il Gran Maestro incalzato dalle domande del condirettore de LaCTv Pietro Comito

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di Tiziana Bagnato
26 agosto 2018
11:51

Uno sguardo al passato, dalla caccia al massone durante l’epoca fascista, fino al presente di una massoneria che sta ricostruendo la sua immagine dopo la vicenda Bindi con il sequestro degli elenchi degli iscritti sotto il sospetto del malaffare, fino al futuro e ai progetti di una massoneria calata a pieno nel 2018. Il Grande Oriente D’Italia calabrese serra i ranghi e si  è dato appuntamento a Decollatura per un incontro sul tema “Massoneria ieri e oggi. Armonia di un percorso” promosso dalla Loggia La Sila-D. Ponzio alla presenza del Gran Maestro Stefano Bisi e dello studioso John Dickie.  Ad aprire l’incontro Rosario Pugliano, maestro venerabile della loggia decollaturese, seguito da alcune della figure più importanti del collegio circoscrizionale della Calabria. «Spesso ci accusano di anacronismo – ha detto Pugliano-  ma non è anacronistica l'aspirazione alla Fratellanza universale. Non è anacronistico di certo l'anelito all'uguaglianza. Non è anacronistico, ma anzi attualissimo, l'ideale di tolleranza». E Decollatura ha rimarcato il suo legame con la massoneria. A partire dalle parole del sindaco Angela Brigante secondo la quale importante è stato il ruolo della loggia nella realizzazione della locale ferrovia fino all’excursus dello storico Mario Gallo sul tema “La Loggia “La Sila”, ieri: protagonista nella storia politica e amministrativa di Decollatura”.  Un approfondimento dal quale è emerso come la massoneria sia stata calata nel tessuto sociale del territorio sin dagli inizi del Novecento, resistendo alla repressione fascista e arrivando fino ad oggi.

 


A portare la discussione sui temi nazionali l’intervista del condirettore de laC Tv Pietro Comito allo storico John Dickie e al Gran Maestro Stefano Bisi. Nodo centrale della discussione quei presunti legami con il malaffare che hanno caratterizzato il sequestro degli elenchi e marchiato l’immagine della massoneria calabrese godendo però anche di un orizzonte internazionale grazie alla presenza dello studioso inglese. «In Gran Bretagna massoneria significava P2 – ha spiegato Dickie - e a questa crisi d’immagine le logge hanno risposto rivelandosi trasparenti, aprendo gli archivi, mostrando gli elenchi».  Un atteggiamento che, se non è riuscito ad estirpare totalmente quel velo di diffidenza, avrebbe comunque inciso nella rimodulazione della percezione della massoneria.  

Mentre, per quanto riguarda la punta dello stivale, per l’inglese, incalzato dalle domande di Comito, «la massoneria non è riuscita a spiegare la sua capacità di resistenza alla ‘ndrangheta» aggiungendo però anche che la mafie non hanno bisogno della massoneria. «Ottocento sessanta logge massoniche in Italia sono un antidoto alla criminalità organizzata», ha ribattuto il Gran Maestro precisando anche come vengano fatti controlli su tutti i fratelli, a partire dall’accettazione. «Solo due persone si sono permesse di sequestrare gli elenchi dei fratelli massoni – ha concluso Bisi - uno era Mussolini, l’altro era il magistrato Cordova. Finalmente siamo riusciti a riportare al Vascello il materiale sequestrato e speriamo che nessuno si permetta più di accostare la massoneria al malaffare».

 

Per Giuseppe Messina, presidente del Collegio Circoscrizionale della Calabria, «la massoneria insegna il libero pensiero ed è lontana da ogni logica complottista».

 

 

Giornalista
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