La battaglia di Rita, modella per un giorno e bandiera dei diritti dei disabili

VIDEO | Il già direttore per l’Italia di Disabled people’s international racconta la sua esperienza nel progetto Eccellenze femminili della stilista Elena Vera Stella e la sua lotta per l’inclusione

di Tiziana Bagnato
3 settembre 2019
17:55
Rita Barbuto
Rita Barbuto

Dalla lotta per i diritti dei disabili ai viaggi in Palestina e nella Striscia di Gaza per occuparsi di cooperazione allo sviluppo, fino a montare su un kite surf a Gizzeria e realizzare uno shooting fotografico indossando le creazioni della stilista calabrese Elena Vera Stella all’interno del progetto Eccellenze femminili.

 


È una forza della natura Rita Barbuto, donna tenace oltre che molto bella, affetta da distrofia muscolare e sulla sedie a rotelle da quando aveva 25 anni. Da lì lotta, lavora, si espone, chiede e pretende diritti per chi convive con una disabilità. Il progetto della stilista calabrese si è affidato a lei per raccontare allora in modo diverso un tema così delicato.

 

«Con questo progetto Elena ha voluto dimostrare che basta offrire le stesse opportunità che si danno a tutte le donne e anche una donna con disabilità può esprimere se stessa» spiega Rita modella e protagonista del servizio fotografico realizzato dalla fotografa Paola Perri con Melania Verso e Domenico Buonconsiglio.

 

Un progetto che la stilista calabrese porta avanti da tempo con l’intento di valorizzare donne simbolo. E Rita è sicuramente una di queste. «Per trattare il tema della disabilità - ci dice Elena Vera Stella – ho subito capito che Rita era la più adatta. Sia perché la stimo come donna ma anche perché ha lo spirito giusto per condividere un progetto che vuole mettere in risalto la persona».

 

Già direttore per l’Italia di Dpi, Disabled people’s international, impegnata nei diritti umani dei disabili, Rita è rientrata a luglio dalla Palestina dove da anni si occupa di peer counseling. Una realtà difficile che non la spaventa e in cui cerca di dare il suo contributo, ma anche in Calabria c’è tanto da fare.

 

«I rappresentanti istituzionali e coloro che avrebbero il dovere di tutelare i diritti delle persone con disabilità non si rendono conto di quanto ci sarebbe da fare per includerle veramente e non tenerle separate - spiega - Non ci sono solo barriere architettoniche ma anche culturali, mancanza di servizi, come quello di assistenza personale per garantire a chi è affetto da una disabilità di potere frequentare tutti gli ambienti, di lavorare, di andare a scuola, all’università. Ci sono poi difficoltà anche nei servizi sanitari, ancora di più per le donne. Mancano strumenti diagnostici accessibili».

 


Rita è una delle due donne calabresi che vivono da sole. Una decisione portata avanti con tanta testardaggine e tante difficoltà perché non ci sono sostegni: «In Calabria non è fattibile per chi non ha risorse proprie».

 

Sostanzialmente costa troppo dovendo da soli retribuire un assistente. Eppure, fa notare Rita, costa meno sostenere un disabile nella sua scelta di vita indipendente che mantenerlo in un istituto. E così per chi ce l’ha fatta le difficoltà sono all’ordine del giorno: «Da gennaio non ho avuto alcun tipo di risorsa per pagare la mia assistenza personale - denuncia Rita – sto tentando di farcela da sola ma è veramente difficile».

Giornalista
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