Cosenza è recentemente salita alla ribalta nazionale per la controversa questione degli autovelox, strumenti spesso contestati dai cittadini e ora al centro di importanti decisioni giudiziarie. A far luce sulla vicenda è intervenuto negli studi di Cosenza Channel Carlo Spaziani, ufficiale in pensione della Polizia Locale di Roma Capitale ed esperto di sistemi di rilevazione elettronica della velocità.

Spaziani, autore del libro "Autovelox e guida alla difesa nel 2024", spiega chiaramente quali siano i punti critici sollevati anche da recenti sentenze della Cassazione. «Il problema principale riguarda l’omologazione degli apparecchi. Spesso, nei verbali troviamo scritto "autorizzato con decreto ministeriale", ma questa autorizzazione preliminare non basta: ogni dispositivo deve essere singolarmente omologato dal Ministero competente, oggi il MIMIT. Inoltre, serve un certificato di conformità per ciascun apparecchio, che dovrebbe essere depositato presso il Ministero dei Trasporti, non semplicemente conservato negli uffici locali», chiarisce Spaziani.

Questo "anello mancante", come lo definisce Spaziani, mette in discussione la legittimità stessa di molte sanzioni emesse. E perché questa omologazione non avviene? «Per questioni economiche – risponde Spaziani – spesso i costi per ottenere le omologazioni superano i benefici economici, rendendo conveniente per gli enti continuare a operare in questo stato di ambiguità».

Negli ultimi tempi, le contestazioni dei cittadini si sono moltiplicate, portando a sentenze importanti che stanno iniziando a fare giurisprudenza. Secondo l’esperto, molti cittadini non sono a conoscenza dei loro diritti e, per pigrizia o sfiducia, rinunciano ai ricorsi. «Invece è fondamentale presentare ricorso, evitando però la procedura dell'autotutela, che rischia di allungare inutilmente i tempi e precludere la possibilità di rivolgersi tempestivamente al giudice di pace o al prefetto», consiglia Spaziani.

Il tema dell'autovelox tocca anche una questione etica, ovvero se l'utilizzo di questi dispositivi sia volto davvero a ridurre gli incidenti o piuttosto a "fare cassa" per le amministrazioni. «Una sentenza di un giudice di pace di Taormina già nel 2011 dichiarava esplicitamente che gli autovelox sono spesso usati solo per generare entrate – ricorda Spaziani – e purtroppo, questa situazione sembra non essere cambiata».

L’attenzione si estende anche ai tutor sulle autostrade, ai semafori rossi e ai parchimetri. «Ogni apparecchio elettronico utilizzato per controlli o misurazioni, dal tempo di parcheggio alle zone ZTL, deve avere un decreto ministeriale pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Senza tale certificazione, tutte le sanzioni derivanti potrebbero essere invalidate», sottolinea Spaziani.

Infine, Spaziani ha segnalato anche una recente e preoccupante prassi: «Ho notato che talvolta prefetture e polizia sembrano accordarsi per emettere provvedimenti fuori dai termini di legge, permettendo così ai cittadini di vincere facilmente i ricorsi per questioni formali, evitando però che il giudice entri nel merito della legittimità degli apparecchi stessi».

L’invito finale di Spaziani ai cittadini è chiaro: «Informatevi, fate valere i vostri diritti e non lasciatevi scoraggiare dalle complessità burocratiche. Solo così si può mettere ordine in una materia delicata che tocca direttamente le tasche e i diritti di ognuno».