«Se non fosse stato per mia cognata sarei morto anche io. Mi sono detto: “Forse è vivo…”». Sono strazianti, sono disperate le parole di Francesco Vinci che visibilmente scosso ripercorre ai nostri microfoni il racconto di quel drammatico pomeriggio del 9 aprile che ha spezzato la vita del figlio Matteo. «È arrivata una botta nella macchina… Una cosa incredibile» - dichiara il padre di Matteo Vinci rientrato nella sua casa questa notte da Palermo dove è rimasto ricoverato fin dal giorno dell’attentato a cause delle gravi ustioni riportate.


Una ricostruzione fornita nel corso del colloquio informale avuto con il comandante della Stazione dei carabinieri di Limbadi, Ezio Giarrizzo, che Michele Porcelli ha raccolto in esclusiva per ilvibonese.it, lacnews24.it e per il tg di LaC News24. «È morto, è morto mio figlio…» ha detto ancora tra le lacrime. 

 

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